Il caso
Sul salario minimo la Regione Toscana sfida il Governo
"La posizione del Governo rispetto alla nostra legge è ideologica e a questa scelta dell’Esecutivo nazionale noi rispondiamo con un atto dovuto, non solo istituzionale, ma di civiltà". Lo afferma il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, dopo la decisione della Giunta regionale di costituirsi in giudizio davanti alla Corte costituzionale contro l’impugnazione, presentata a inizio agosto dal Governo, della normativa toscana sul salario minimo. La legge in questione, la n. 30 del 18 giugno 2025, ha introdotto, nelle gare regionali ad alta intensità di manodopera basate sul criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, un meccanismo premiale per le imprese che applicano un trattamento economico orario non inferiore a 9 euro lordi.
“Decidiamo – sottolinea il presidente Giani – di stare dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici, di chi ogni giorno fatica ad arrivare a fine mese nonostante un impiego onesto. Il Governo, con una scelta ideologica, lo ribadisco, ha scelto di impugnare una legge che garantisce dignità, che fissa a 9 euro l’ora il minimo per chi lavora negli appalti pubblici. Non è una questione di bandiere politiche, ma di giustizia sociale. È nostro dovere costituirci in giudizio per difendere il diritto alla paga equa. Porteremo avanti questa battaglia per il salario minimo negli appalti pubblici, perché – conclude Giani – il lavoro deve sempre essere sinonimo di dignità e mai di sfruttamento”.
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