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In orbita

La palestra nello spazio: gli allenamenti degli astronauti per tutelare muscoli, ossa e vista. Pensando a Marte

Julie Mary Marini

25 Settembre 2025, 17:46

La palestra nello spazio: gli allenamenti degli astronauti per tutelare muscoli, ossa e vista. Pensando a Marte

L'uomo lavora per resistere sempre più tempo nello spazio

A centinaia di chilometri sopra le nostre teste, la vita a bordo della Stazione Spaziale Internazionale non è mai monotona. Qui, ogni giorno, scienza e quotidianità si intrecciano in un esperimento unico: capire come il corpo umano reagisce a un ambiente che sulla Terra non esiste, la microgravità. Proprio questa settimana, i membri della Spedizione 73 hanno trasformato i moduli della Iss in una vera palestra orbitante e in un laboratorio medico d’avanguardia. L’obiettivo? Scoprire come preservare la salute di chi passerà mesi — o un giorno, forse, anni — lontano dal nostro pianeta.

La Stazione Spaziale Internazionale

Allenarsi senza peso
Per noi, fare una corsa o sollevare un bilanciere significa sentire la resistenza del nostro peso. Lassù no. In assenza di gravità, il corpo perde rapidamente massa muscolare e ossea. Per questo gli astronauti devono allenarsi almeno due ore al giorno con strumenti progettati apposta per simulare lo sforzo. Il dispositivo Ared, per esempio, permette di eseguire stacchi, curl e panca piana come in una palestra terrestre, ma senza manubri né dischi: sono pistoni e sistemi a vuoto a fornire la resistenza. La Nasa ha equipaggiato gli astronauti anche con il Bio-Monitor, un giubbotto intelligente che registra battito cardiaco, respirazione e altri parametri durante l’allenamento.

Così, mentre Jonny Kim pedalava sulla cyclette del modulo Destiny e Zena Cardman correva sul tapis roulant di Tranquility, i medici sulla Terra ricevevano dati in tempo reale. Numeri che non sono solo statistiche, ma tasselli di un puzzle che ci aiuterà a capire se un equipaggio potrà affrontare viaggi di mesi verso Marte.

Una foto direttamente dal modulo Iss

Guardare il mondo da lassù… e proteggere gli occhi
Non è solo questione di muscoli e ossa. Anche la vista nello spazio cambia. L’assenza di gravità altera la distribuzione dei fluidi nel corpo, e la pressione può modificare la forma dell’occhio, dal cristallino al nervo ottico. Per questo, l’astronauta giapponese Kimiya Yui ha eseguito un esame oculistico, assistito dal collega Mike Fincke. Le immagini raccolte sono state subito analizzate dai medici a Terra: ogni dettaglio, ogni variazione conta per capire e prevenire possibili problemi durante missioni di lunga durata.

Non solo salute
Accanto alle ricerche biomediche, la Stazione Spaziale Internazionale resta un laboratorio orbitante a tutto campo. I cosmonauti russi hanno lavorato a esperimenti sui semiconduttori e sul sistema digerente in microgravità, mentre nel modulo Zvezda si controllavano ventilazione e radiazioni. Ogni attività, anche la più minuta, contribuisce a un obiettivo comune: rendere lo spazio un ambiente più sicuro e comprensibile per l’uomo.

Vivere a lungo nello spazio: una sfida molto complessa

Un passo verso Marte
Allenarsi in orbita, monitorare il cuore, gli occhi, persino la digestione: tutto ciò ha un doppio valore. Serve a mantenere in salute chi oggi vive lassù, ma soprattutto a preparare l’umanità a ciò che verrà. Perché il futuro dei viaggi spaziali non sarà fatto solo di razzi e motori. Sarà fatto di corpi umani che dovranno adattarsi, resistere e prosperare lontano dalla Terra. E ogni pedalata sulla cyclette di Destiny, ogni immagine dell’occhio scattata a bordo, ci avvicina un po’ di più a quel giorno in cui guarderemo Marte non più da lontano, ma da vicino.

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