L'anniversario
Il luminare Umberto Veronesi. E' scomparso l'8 novembre 2016
C’è chi nasce per lasciare un segno. Umberto Veronesi è stato uno di quei pochi. Cento anni fa, il 28 novembre 1925, Milano dava al mondo un uomo destinato a trasformare la medicina, in particolare la lotta al tumore, e il modo in cui la società vede la malattia: un pioniere, un visionario, un paladino delle donne e della dignità umana. Con la sua mente brillante e il cuore straordinariamente grande, Veronesi ha insegnato che la scienza non è soltanto strumento di cura, ma anche atto di rispetto, compassione e attenzione alla bellezza della vita. La sua rivoluzione cominciò con il bisturi gentile, una tecnica chirurgica che permetteva di rimuovere il tumore al seno senza stravolgere il corpo femminile. Era la sua risposta a una medicina tradizionale spesso incapace di coniugare efficacia e umanità: un gesto di scienza che diventava poesia, precisione che non sacrificava la dignità della persona. Con questo approccio, Umberto Veronesi non cambiava soltanto la chirurgia oncologica, ma trasformava la cultura della cura, ponendo al centro la donna, il paziente, l’essere umano.
Umberto Veronesi è stato direttore scientifico dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano dal 1976 al 1994
Per celebrare il centenario della nascita, la Fondazione Umberto Veronesi Ets ha scelto un omaggio che parla il linguaggio universale dell’arte: un concerto straordinario al Teatro alla Scala, lunedì 24 novembre alle 20, il cui ricavato sosterrà la ricerca scientifica sui tumori femminili. L’Orchestra Filarmonica della Scala, diretta da Robert Treviño, accompagnerà il pianista Arsenii Moon in un programma che unisce leggerezza e grandezza: dalla Cuban Ouverture di Gershwin alla Rapsodia su un tema di Paganini di Rachmaninov, fino ai monumentali Quadri da un’esposizione di Musorgskij. Un percorso musicale che riflette la complessità e la profondità dell’eredità di Veronesi: tecnica, passione, armonia tra razionalità e bellezza. “Instancabile promotore di un approccio umano, etico e scientificamente all’avanguardia nella cura dei tumori, Veronesi ha lasciato un’eredità profonda e duratura non solo nel campo della ricerca, ma anche nella cultura della prevenzione e del rispetto della dignità del paziente”, sottolinea la Fondazione. Non è solo un ricordo: è un invito a continuare il lavoro che lui stesso aveva iniziato, perché il progresso scientifico non è mai fine a se stesso, ma sempre al servizio della vita.
Paolo Veronesi, figlio del celebre oncologo e presidente della Fondazione
Paolo Veronesi, figlio dell’oncologo e presidente della Fondazione, ricorda le convinzioni del padre: “La scienza è lo strumento più potente che abbiamo per migliorare la qualità e la prospettiva di vita delle persone. Era una delle sue passioni più profonde, e da essa nacque oltre vent’anni fa la Fondazione, con l’obiettivo di promuovere il progresso scientifico a beneficio dei pazienti di oggi e di domani”. La Fondazione lavora su due direttrici: rendere la conoscenza scientifica accessibile a tutti e finanziare la ricerca d’eccellenza. Il concerto alla Scala diventa così un simbolo tangibile di questa missione, un gesto di memoria che genera futuro. L’evento è patrocinato dal Comune di Milano e rappresenta anche un esempio di come cultura e scienza possano unirsi per un fine comune. I partecipanti non assisteranno solo a un concerto, ma prenderanno parte a un atto di speranza e di continuità: ogni biglietto acquistato su Vivaticket contribuirà a finanziare strategie innovative, nuovi farmaci e terapie capaci di aumentare la sopravvivenza e migliorare la qualità di vita delle pazienti colpite da tumori femminili.
La serata vede il sostegno dei main sponsor Denza e di Banca Popolare di Sondrio, Fondazione Della Valle Onlus, Fondazione Silvio Tronchetti Provera, Moncler e Prada Group, confermando come la collaborazione tra imprese, cultura e scienza possa trasformarsi in un motore concreto di progresso. Veronesi ha insegnato che la scienza non è fredda, ma profondamente umana. Il centenario della sua nascita è quindi più di una ricorrenza: è un tributo alla sua visione, al suo impegno instancabile e al suo esempio di vita. È un invito a guardare avanti, a coltivare conoscenza con coraggio, rispetto e passione, così come lui ha fatto per novant’anni di vita straordinaria. La musica della Scala diventa così il simbolo di un lascito eterno, in cui arte e scienza si incontrano per illuminare il cammino di chi, oggi, continua a lottare contro il cancro e a credere nella forza della ricerca e della dignità umana.
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