Il tempo
Il ritorno dell'ora solare: lancette indietro di 60 minuti
C’è chi la vive come un piccolo regalo e chi come una condanna luminosa. Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025, quando l’orologio segnerà le 3, scatterà il rituale di fine ottobre: le lancette torneranno indietro di un’ora, e con loro anche le giornate sembreranno accorciarsi. Dormiremo un’ora in più, è vero, ma il sole ci saluterà prima. L’ora solare riprende il suo posto in calendario, portando con sé mattine più luminose e pomeriggi che si spengono troppo in fretta. Questo eterno ping-pong tra luce e buio, tra ora legale e ora solare, resiste da decenni. Nacque negli anni Sessanta per sfruttare meglio la luce naturale, risparmiare elettricità e - si diceva allora - “fare un favore all’ambiente e alle tasche”. Oggi però il risparmio energetico ottenuto è quasi simbolico: con le lampadine a led e i dispositivi a basso consumo, l’impatto sulle bollette è minimo. E così il dibattito torna ciclicamente, puntuale come un orologio.
A riaccendere la miccia, pochi giorni fa, è stato il premier spagnolo Pedro Sanchez. In un video su X ha annunciato che Madrid chiederà all’Unione Europea di dire basta al cambio d’ora: “Non ha più senso spostare le lancette due volte all’anno. L’impatto sulla vita delle persone è più negativo dei benefici”. Una posizione netta, che trova eco in molti altri Paesi europei. Già nel 2018, il Parlamento di Strasburgo aveva votato per abolire l’obbligo del doppio passaggio, lasciando libertà di scelta ai singoli Stati. Ma l’Europa, su questo, non ha mai trovato un accordo comune.
Intanto, mentre si discute di politica e risparmio, a subire davvero il cambio sono i nostri ritmi biologici. L’ora solare è più in sintonia con il ciclo naturale di luce e buio e per molti significa dormire meglio. Ma per altri l’adattamento è tutt’altro che semplice: insonnia, stanchezza, nervosismo, un piccolo jet lag domestico che può pesare soprattutto su chi ha problemi metabolici o cardiovascolari. Gli esperti consigliano di sfruttare l’ora in più di sonno ma anche di tornare rapidamente a una routine regolare, cercando di addormentarsi e svegliarsi sempre alla stessa ora. Insomma, mentre le lancette arretrano e l’autunno si fa più buio, il vecchio dilemma resta: serve ancora questo cambio d’ora, o è solo un’abitudine che non riusciamo ad abbandonare? Per ora, almeno fino alla prossima primavera, la risposta è scritta nel quadrante.
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