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In una parte della provincia di Arezzo l'acqua torna pubblica. Storica decisione in Toscana, riguarda anche Firenze, Prato e Pistoia

Giuseppe Silvestri

20 Novembre 2025, 13:03

Acqua

In parte della Toscana l'acqua torna pubblica

C’è un filo d’acqua che dal Valdarno Aretino risale verso Firenze, Prato e Pistoia e torna a parlare di gestione pubblica, di un bene comune che cambia strada e si riappropria della propria identità. La svolta arriva dalla Conferenza dei sindaci dell’Ambito territoriale ottimale 3 – Medio Valdarno dell’Autorità Idrica Toscana, che nell’assemblea ha deciso di avviare il percorso per riportare l’acqua interamente sotto controllo pubblico. Una decisione di peso, che riguarda direttamente anche una parte dei cittadini della provincia di Arezzo, perché l’Ato 3 abbraccia territori di quattro province: oltre a Firenze, Prato e Pistoia, anche i comuni del Valdarno aretino. A presiedere la riunione è stato Giovanni Bettarini, assessore alle partecipate del Comune di Firenze, che ha guidato un confronto definito da molti maturo e unanime. Da quella discussione è nato il mandato al direttore dell’Autorità Idrica Toscana: avviare l’istruttoria tecnica necessaria a valutare una gestione “in house”, cioè tramite una società totalmente pubblica, da sottoporre poi all’assemblea. È una scelta che capovolge l’impostazione degli ultimi anni, perché contemporaneamente la conferenza ha anche deciso di proporre la sospensione della gara a doppio oggetto che mirava a individuare un socio privato per Publiacqua.

Il passaggio è tutt’altro che formale. Significa che i Comuni intendono riprendere in mano la gestione idrica senza più ricorrere a partner privati, e che la famosa “ripubblicizzazione” – discussa per anni, talvolta evocata, spesso rinviata – ora entra davvero in un percorso istituzionale definito. L’Ait avrà tempo fino al 31 marzo 2026 per completare gli approfondimenti e presentare un quadro tecnico e giuridico in grado di sostenere questo cambio di modello. Da lì in avanti sarà l’assemblea a decidere definitivamente. Nel frattempo, però, c’è da garantire continuità al servizio e soprattutto c’è da assicurare che gli investimenti già avviati non vengano interrotti. Per questo la Conferenza territoriale del Medio Valdarno ha proposto all’assemblea dell’Ait una proroga tecnica dell’attuale affidamento a Publiacqua, alle condizioni attuali e per il tempo strettamente necessario. Si tratta di un tempo limitato e definito: non oltre il 31 dicembre 2026. Una finestra che permette di completare gli interventi finanziati con le risorse del Pnrr, che non possono subire ritardi o blocchi.

L'acqua torna pubblica in quattro province

La decisione è stata accolta con soddisfazione dai sindaci partecipanti, che hanno sottolineato come questo percorso sia frutto di una visione condivisa, maturata nel tempo e ora finalmente tradotta in un atto formale. Nei mesi scorsi, diversi amministratori dell’Ato 3 avevano già espresso pubblicamente la necessità di riportare la gestione dell’acqua a un controllo interamente pubblico, sostenendo che non esistessero obblighi normativi o economici tali da rendere necessario l’ingresso di un soggetto privato. L’assemblea di oggi sembra aver raccolto quel messaggio e trasformato il dibattito in un indirizzo politico concreto. Per i comuni del Valdarno aretino, così come per gli altri territori coinvolti, questa scelta apre una fase nuova e densa di aspettative. Gli obiettivi della ripubblicizzazione sono maggiore trasparenza, un controllo più diretto da parte degli amministratori locali e una governance che rimette l’interesse collettivo al centro. Resta naturalmente da dimostrare la sostenibilità della gestione in house e da definire un modello che sappia reggere dal punto di vista economico, tecnico e organizzativo. Ma la direzione è tracciata, e lo è in maniera netta.

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