Arezzo
Cristiano Rossi Il presidente della Fraternità Federico Bindi
Ad Arezzo un nuovo spazio di accoglienza dedicato a chi è in difficoltà. La Fraternità Federico Bindi Odv annuncia l’apertura di Casa Don Dino, un nuovo cohousing situato in via Benedetto Varchi, che sarà inaugurato domani alle 17. L’appartamento è stato per molti anni la casa di don Dino Liberatori, figura amatissima dalla città e per lungo tempo cappellano della Casa Circondariale di Arezzo. Il suo impegno verso gli ultimi, la capacità di ascolto e quel modo semplice e profondo di “amare la gente”, come ricordano coloro che lo hanno conosciuto, hanno ispirato fin dall’inizio la missione della Fraternità Federico Bindi. Con don Dino, la Fraternità, insieme a Federico Bindi, a cui è intitolata, ha condiviso riflessioni bibliche, ritiri spirituali e momenti di confronto, sempre animati da una spiritualità concreta e vicina alla fragilità delle persone.
Oggi la sua casa torna ad aprirsi all’accoglienza: Casa Don Dino è destinata a ospitare persone in stato di necessità, diventando parte del percorso di autonomia e dignità che la Fraternità costruisce quotidianamente con chi non ha un tetto o vive situazioni di grave disagio. “Don Dino lo conoscevamo da tantissimo tempo – spiega il presidente della Fraternità Federico Bindi, Cristiano Rossi – dopo alcuni anni abbiamo trovato le forze di prendere in affitto anche questo appartamento, al primo piano, in via Varchi, che era la sua casa. Abbiamo deciso di chiamarla con il suo nome in modo da tenerlo vivo. Tra l’altro l’inaugurazione cade nell’anniversario della morte di Federico, in un giorno importante che mette insieme due figure della città che hanno lasciato una bellissima traccia. È un quarto appartamento che riusciamo ad aprire, che per la nostra piccola realtà di volontariato puro ci fa fare cose grandi. Non solo accoglienza nelle nostre case, non assistenzialismo, ma costruzione di progetti educativi e di ricostruzione di un progetto di vita”.
Con questa nuova apertura salgono così a quattro le abitazioni gestite dall’associazione, insieme alle due Casa Federico, una in via Chiassaia e una in via Benedetto Varchi, e a Casa Mamma Grazia in via Benvenuti. Queste realtà, nel tempo, hanno permesso di offrire ospitalità, calore e sostegno a chi desidera ricostruire la propria vita. L’inserimento di Casa Don Dino in questo percorso consente oggi alla Fraternità di accogliere fino a 25 persone, accompagnandole nella sfida della coabitazione e nella ricostruzione di legami familiari e sociali. Le case rappresentano la naturale prosecuzione del lavoro svolto dal Centro diurno di via Chiassaia, luogo di primo contatto per le persone senza dimora. Qui trovano servizi di base, ascolto, supporto psicologico e legale e aiuto nella ricerca del lavoro: un primo passo verso un cambiamento possibile, costruito giorno dopo giorno attraverso relazioni, responsabilità e impegno. L’inaugurazione di domani sarà un momento di memoria e gratitudine verso don Dino, oltre che una festa per la città. Saranno presenti i volontari dell’associazione e il vescovo Andrea Migliavacca.
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