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Agricoltura

Frutta, ad Arezzo -50% di alberi in 10 anni: Coldiretti lancia l'allarme e chiede regole più eque e sostegno alle aziende

Alessandro Cherubini

08 Maggio 2025, 16:19

Frutta, ad Arezzo -50% di alberi in 10 anni: Coldiretti lancia l'allarme e chiede regole più eque e sostegno alle aziende

Nel giro di poco più di dieci anni, la provincia di Arezzo ha perso metà dei suoi alberi da frutto, con un drastico calo delle principali produzioni locali. Secondo i dati Istat elaborati da Coldiretti Arezzo, la diminuzione riguarda tutte le varietà: mele (-27%), pesche (-56%), pere (-35%), albicocche (-38%), ciliegie (-57%), pesche noce (-27%) e fichi (-55%), quest’ultimi colpiti dal punteruolo nero.

La crisi del settore frutticolo aretino è il risultato di molteplici fattori: l’aumento dei costi di produzione, i cambiamenti climatici, la concorrenza sleale internazionale, l’arrivo di nuovi parassiti come la cimice asiatica e la Drosophila Suzuki, e la difficoltà nel reperire manodopera. Questi elementi hanno compromesso la redditività delle coltivazioni, soprattutto per le piccole aziende agricole che dispongono di meno risorse e sbocchi commerciali.

A complicare ulteriormente la situazione è la concorrenza di prodotti importati da paesi come Tunisia, Cile e Sudafrica, spesso a prezzi molto bassi ottenuti con l’impiego massiccio di fitofarmaci vietati in Italia, manodopera sottopagata e regole sulla sicurezza alimentare meno rigorose. Coldiretti Toscana chiede quindi l’introduzione di regole di mercato più eque, come l’obbligo di etichettatura di origine, la cancellazione di codici doganali che permettono di far passare prodotti stranieri come italiani e l’applicazione della reciprocità negli scambi commerciali.

Un altro problema cruciale riguarda l’uso dei fitofarmaci: mentre in altri continenti si utilizzano pesticidi vietati in Europa, gli agricoltori italiani devono fare i conti con limitazioni che rendono difficile difendere le colture. Nonostante ciò, l’Italia ha ridotto del 50% l’uso di fitofarmaci negli ultimi 30 anni e ha aumentato le superfici coltivate a biologico, con la Toscana in prima linea.

La scarsità di acqua, aggravata dai ritardi nella realizzazione di invasi, rappresenta un ulteriore ostacolo alla competitività delle imprese agricole. Coldiretti auspica un maggior ricorso alle nuove tecnologie non OGM per migliorare le colture, ma denuncia ostacoli ideologici e culturali che ne rallentano l’adozione.

Infine, anche i consumi sono in calo: negli ultimi cinque anni quasi un miliardo di chili di frutta e verdura sono spariti dalle tavole italiane, mettendo a rischio la salute, soprattutto delle nuove generazioni. Per questo Coldiretti sottolinea l’importanza di rafforzare l’educazione alimentare nelle scuole e promuovere la Dieta Mediterranea.

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