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San Giovanni Valdarno

Mamma di 93 anni strangolata con il foulard, la figlia resta in carcere: per il gip è ancora pericolosa

Luca Serafini

23 Maggio 2025, 06:17

Mamma  strangolata, la figlia ora è disperata: "Ero stanca, non ce la facevo più". L'anziana era malata e in casa la situazione è precipitata

Il delitto a San Giovanni lo scorso marzo

La donna che nella notte tra 8 e 9 marzo 2025 strangolò l'anziana madre con un foulard “è ancora pericolosa e potrebbe reiterare il reato”.

Con questa motivazione, il gip di Arezzo, Claudio Lara, ha respinto l'istanza con cui la difesa chiedeva gli arresti domiciliari in sostituzione della custodia cautelare in carcere.

Per il giudice, però, è passato ancora poco tempo dal fatto commesso da Giuseppina Martin, 67 anni da compiere, nell'abitazione di via Enrico Fermi: uccise la mamma Mirella Del Puglia, 93 anni, mentre dormiva. Per il gip permane la pericolosità sociale della ex dipendente comunale, che resta quindi rinchiusa nel carcere di Sollicciano. Anche se quell'ambiente, sostiene l'avvocato Alessia Ariano, non è il luogo idoneo alla sua situazione. Nei giorni scorsi ha accusato un malessere, è sofferente, non ricorda bene certi passaggi di quella drammatica notte e potrebbe rendersi necessario l'incidente probatorio che accerti se quando strinse il fazzoletto sul volto della madre e la soffocò, era pienamente capace di intendere e di volere.

Il movente non c'è, se non lo “stress” che la 66enne dice di aver accumulato per assistere la mamma. Si sentiva sopraffatta da una situazione che non riusciva a governare, con gli esordi dell'Alzheimer che avevano minato il consueto rapporto figlia-madre. Dopo il gesto, la donna chiamò i carabinieri confessando l'omicidio. L'inchiesta diretta dal pm Francesca Eva è ancora aperta. L'ex impiegata avrebbe agito in preda all'esasperazione dovuta alla difficile convivenza con la madre. Era stanca, vedeva tutto scuro, non riusciva a vedere un aiuto, uno spiraglio.

La difesa aveva individuato una comunità a Firenze dove poter trasferire la donna, agli arresti. Per il gip invece è bene che rimanga in cella. Giuseppina ha contatti con i suoi familiari: telefonate, visite, lettere. Il reato è di quelli punibili perfino con l'ergastolo, omicidio aggravato dal rapporto di discendenza dalla vittima.

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