Arezzo
Il vescovo con Nicholas e Reginald
Nicholas ha 30 anni e oggi si fa prete. Reginald ne ha 32 e anche lui viene ordinato presbitero in cattedrale ad Arezzo, alle 18, dal vescovo monsignor Andrea Migliavacca.
Nicholas Spertilli Raffaelli è aretino della frazione Le Poggiola, Reginald Madeus viene da un paese povero di Haiti. Due storie diverse, due percorsi differenti ma con identica prospettiva: diventare pastori di anime, servire Dio in una vigna dove scarseggiano gli operai.
"Alla proposta del contratto a tempo indeterminato nell’azienda di Arezzo dove lavoravo, rifiutai, anche se ci stavo benissimo, decisi di entrare in seminario", dice Nicholas ricordando il punto di svolta (2017) successivo ad un percorso di riflessione interiore. "Dopo il catechismo pensavo di avere chiuso con la parrocchia, poi però il parroco decise di organizzare il Grest, il gruppo estivo, e fare l’animatore mi appassionò. Sperimentai uno spaccato di Chiesa interessante, bello, che poteva parlarmi". Ancora non era fede, non era vera vocazione. "Ho cominciato a frequentare gruppi, a pormi domande, a fare esperienze di condivisione: nell’ultimo anno di scuole superiori ero molto attivo all’oratorio e mi chiedevo dove orientarmi, cosa il Signore volesse da me".
Lì cominciò a farsi strada in Nicholas l’idea del sacerdozio. "Trabalenava. All’inizio facevo finta di nulla, poi diventò molto forte e un giorno in un ritiro di giovani, mi confessai e dissi al don: voglio entrare in seminario. Mi invitò al discernimento. Riflettei e scelsi. C’era da spiegarlo a casa e non sarebbe stato facile, non avrei centrato appieno le aspettative dei miei. La tattica fu di dirlo per prima alla mamma, non funzionò del tutto, ci fu turbamento in famiglia".
Seguì un anno di esperienza lavorativa in una ditta della città. "È stato fondamentale" dice Nicholas "perché mi ha fatto comprendere la strada che il Signore mi stava indicando, che mi rendeva felice: quella del sacerdozio. Anche se avevo accanto persone splendide, lo stipendio, la sera quando andavo a letto mi mancava tutto. Mi sentivo come una scatoletta vuota. Non sopportavo questa cosa, sono entrato in seminario e oggi eccomi qui".
Ultimo di sette fratelli, Reginald è nato in una famiglia saldamente di confessione protestante evangelica. Da ragazzino andava però alla scuola cattolica. "Nel mese di maggio i miei compagni andavano dalle suore, le figlie della Saggezza" ricorda Reginald "e recitavano il santo rosario. Io rimanevo zitto, non sapevo cosa dire, la madre superiora mi spiegò". Fu l’inizio di un cammino. "Il 25 marzo 2005, vigilia di Pasqua, di nascosto dai miei, che non erano d’accordo, ho ricevuto Battesimo e Comunione".
Il 32enne aggiunge un altro flash di quando era piccolo: "Al paese l’unico ad avere l’auto era il parroco cattolico, se lui non c’era le donne che dovevano partorire spesso morivano e io, che sentivo già il desiderio di servire gli altri, dicevo: da grande farò il parroco". La decisione di entrare in seminario, non trova però concorde la famiglia. Entra poi esce dal seminario. Va per un periodo nella capitale con un fratello e qui fa l’esperienza, terribile, del terremoto del 2010. Quando poi il Vaticano concede la possibilità a giovani di Haiti di andare a Roma per studiare, Reginald parte. "Ho fatto tutta la trafila, studio, preparazione, dal 2021 ad Arezzo. Sono contento della mia scelta. Vengo da un paese povero nella sua ricchezza, molto sfruttato, voglio spendermi per il prossimo. Mi affido nelle mani del Signore".
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