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Il caso

Bambino escluso dal campo solare perché ha un lieve disturbo dello spettro autistico

Luca Serafini

29 Luglio 2025, 04:46

Campo solare

Caso al campo solare, famiglia invia diffida al centro

Quanto pesa la lacrima di un bambino? E' la domanda che poneva Gianni Rodari nella sua poesia. E di lacrime ne ha versate un bel po' un piccolo aretino, 7 anni, che nei giorni scorsi si è visto costretto a interrompere bruscamente lo spensierato periodo dei campi solari che stava svolgendo, come negli anni scorsi, ad Arezzo.

Perché? “Il bimbo ha un leggero disturbo dello spettro autistico, anche se nessuno se ne accorge: è sano, bravo, intelligente” ci dice l'avvocato Silvia Antichetti che assiste la famiglia. “Appena l'associazione che gestisce il campo è venuta a conoscenza del disturbo” prosegue il legale “ha fatto presente di non poterlo tenere nel gruppo”.

Per il bimbo una grande delusione, per i genitori disagio e profonda amarezza. Un caso particolare, oggetto ora di una diffida che l'avvocato della famiglia del minore ha trasmesso ai responsabili dell'associazione sportiva che gestisce il campo estivo, realtà seria e inappuntabile che fa parte della rete di sodalizi impegnati sul territorio e riconosciuti dal Comune.

Siamo a conoscenza del fatto per volontà della famiglia, attraverso l'avvocato Silvia Antichetti. “Ma perché in questi anni non c'è stato alcun problema e neanche nei giorni precedenti allo stop?” si domanda la famiglia. “Il bambino non ha particolari problemi comportamentali e relazionali, e quanto accaduto viene vissuto come un fatto discriminatorio, non inclusivo”, aggiunge il legale. Dire ad un bambino, nel bel mezzo dell'estate, che il luogo e la compagnia che frequenta, gli sono preclusi, non è una bella cosa. Non si poteva fare altrimenti?

Il disturbo dello spettro autistico che ha fatto scattare la 104 per il piccolo, non era stato dichiarato né quest'anno né nei precedenti, per la sua lievità. Nel modulo di iscrizione pare che nulla fosse previsto esplicitamente e la famiglia non si sarebbe sentita in dovere di esporre un aspetto che non influirebbe nei comportamenti e nel rendimento del minore, salvo sporadiche e particolari situazioni.

Stavolta, a campo solare iniziato, c'è stato un approfondimento nell'ambito di un progetto educativo di supporto e il disturbo è stato riferito ai conduttori del campo.

Questo ha fatto scattare lo stop dopo settimane di attività e con altre settimane da affrontare lì, insieme al fratello che invece, a quel punto, è stato ritirato dalla famiglia pure lui.

La domanda è: come mai, anche a fronte della leggera forma di autismo, la struttura non è stata in grado di consentire al bambino la prosecuzione dell'esperienza?

Le lacrime del bimbo forse sono legate a questioni di organico o ad aspetti organizzativi e normativi che non si è riusciti a superare. "La violazione, qui, non è solo giuridica - il riferimento all'articolo 3 della Costituzione, alla Legge 104/92, alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità - ma profondamente morale”, lamenta l'avvocato Antichetti. “In un mondo che si riempie la bocca di parole come inclusione, accoglienza, diritti, si continua a discriminare con azioni piccole, silenziose, ma devastanti. È discriminazione quando si invita una madre a non tornare. È discriminazione quando non si crea un contesto accogliente per tutti. È discriminazione quando si nega a un bambino il diritto a giocare”.

L'avvocato Silvia Antichetti

L'avvocato continua: “Un campo estivo non è un parcheggio per famiglie: è un luogo di crescita e comunità. Se esclude, fallisce. Se giudica, tradisce la propria missione. La famiglia ha deciso di non restare in silenzio. È stata avviata una procedura legale per fare piena luce sull'accaduto e chiedere il rispetto dei diritti violati, anche con riserva di agire per il risarcimento dei danni morali subiti. Ma non è solo una questione di tribunali. È una questione pubblica, che riguarda tutti. Perché quando un bambino viene escluso per la sua disabilità, viene ferita un'intera società”.

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