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IL CASO

Arezzo, 56enne malato e sfrattato interviene il Comune: "Ha avuto anche un contributo"

Francesca Muzzi

20 Agosto 2025, 02:05

Case popolari

Alcune case popolari (foto d'archivio)

“Ci sono alcune affermazioni che non corrispondono a verità”. Gli impiegati dell’ufficio casa del Comune, sentendosi chiamati in causa, replicano ad Alberto, che il prossimo 4 di ottobre dovrà lasciare l’alloggio di emergenza nel quale vive. Secondo quanto affermato dal 56enne che è anche malato, “sono stato sfrattato e l’avviso mi è arrivato dall’assistente sociale e non dal Comune - aveva dichiarato al Corriere di Arezzo - perché non ho fatto di nuovo la domanda per restare in quella casa e sono indietro con l’affitto”. Tanto che poi, dopo la pubblicazione dell’articolo aveva aperto una raccolta fondi per riuscire ad arrivare alla cifra che gli serve per pagare l’affitto circa mille euro. Secondo però l’ufficio casa, ci sono delle inesattezze rispetto a quanto ha dichiarato Alberto.

“Lo sfratto per finita locazione - dicono - è stato regolarmente notificato direttamente all'interessato e non dall'assistente sociale. Non è vero che l'assegnatario non sarebbe stato avvertito dell'obbligo di presentare domanda di partecipazione al bando ordinario per poter conservare l'alloggio. Vero è invece che tale obbligo era evidenziato nell'ultimo provvedimento di proroga regolarmente notificatogli ad ottobre 2024.


Riguardo alla situazione di morosità di cui parla l’assegnatario, tale situazione di morosità non ha nulla a che vedere con lo sfratto. Peraltro, l'assegnatario omette di precisare che il Comune, all'esito di apposita istruttoria sulle ragioni della morosità verificatasi nel 2024, gli ha erogato un contributo pari ad 780 euro”. “Il bando poi non scadeva ad ottobre 2024 - sottolineano sempre dagli uffici - Vero è invece che il provvedimento di proroga è stato notificato ad ottobre 2024. Successivamente è stato poi pubblicato il bando ordinario che è venuto a scadere il 24 dicembre 2024”.

“Mi preme evidenziare - dichiara l’assessore alle politiche della casa Monica Manneschi - che gli uffici comunali hanno operato, come sempre, con la massima trasparenza, fornendo tutte le informazioni necessarie.
Stiamo comunque approfondendo la questione per verificare la possibilità di trovare una soluzione ai problemi sollevati dal cittadino, nel pieno rispetto delle normative regionali. Ma ribadisco che queste problematiche non dipendono e non originano in alcun modo dall'operato del Comune. Il Comune risponde a tutti i cittadini indistintamente, basandosi sulla legittimità delle richieste e senza bisogno di clamori pubblici, che nulla aggiungono ai diritti soggettivi di ciascuno”.

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