Bambino di un anno colpito da sindrome emolitico-uremica (Seu) e ricoverato in provincia di Belluno. E' un piccolo di circa un anno, residente nella parte alta della provincia, ricoverato nel reparto di nefrologia pediatrica dell’azienda ospedaliera di Padova dopo aver ingerito cibo contaminato. Si tratta del terzo caso registrato in meno di un anno sul territorio bellunese, una situazione che ha allertato l’Azienda Ulss 1 Dolomiti, impegnata a sensibilizzare le famiglie sulle precauzioni da adottare. La Sindrome Emolitico-Uremica è una patologia infettiva che insorge in seguito a una infezione intestinale, frequentemente causata da ceppi particolari di Escherichia coli produttori di Shiga-tossina. Il contagio avviene principalmente attraverso alimenti contaminati, come prodotti a base di latte crudo o carni poco cotte. La malattia provoca la formazione di coaguli di sangue che possono bloccare la circolazione in organi vitali quali reni, cuore e cervello, con il rischio di insufficienza renale acuta e, nei casi più gravi, di esito fatale. Proprio per questo motivo è considerata la principale causa di insufficienza renale acuta in età pediatrica e la principale indicazione per il trapianto di rene nei bambini sotto i cinque anni.
Il piccolo ricoverato nei giorni scorsi ha mostrato segni e sintomi sufficienti a far sospettare subito la Seu al pronto soccorso dell’ospedale di Belluno. Dopo gli accertamenti necessari, è stato trasferito urgentemente a Padova per ricevere le cure specialistiche indispensabili. L’Ulss 1 Dolomiti, tramite il direttore del dipartimento di prevenzione Sandro Cinquetti, ha confermato il nuovo caso ma ha sottolineato la delicatezza della situazione, dal momento che è ancora in corso l’indagine epidemiologica per identificare la fonte del contagio. Il bambino avrebbe consumato alimenti in vari locali, complicando così la ricostruzione della catena di trasmissione.
Negli ultimi dodici mesi, la provincia di Belluno ha registrato due altri casi significativi. Nel novembre scorso, una bimba di un anno di Cortina ha sviluppato la malattia dopo aver mangiato un formaggio a latte crudo. Poi, a luglio, un neonato di dieci mesi è stato trasferito d’urgenza a Padova quando il pediatra ha diagnosticato la sindrome in fase iniziale. Fortunatamente entrambi i piccoli si sono ripresi grazie a un tempestivo intervento medico. L’aumento dei casi sulle Dolomiti riflette una tendenza preoccupante anche nelle province limitrofe, e accende i riflettori sulla necessità di adottare adeguate misure preventive. L’Ulss raccomanda alle famiglie di privilegiare cibi sempre ben cotti, di utilizzare latte pastorizzato o a lunga conservazione, di lavare accuratamente frutta e verdura, e di rispettare scrupolosamente le norme di conservazione degli alimenti, inclusi i controlli sulle date di scadenza. La Sindrome Emolitico-Uremica, pur rara, rimane dunque una minaccia seria per la salute dei bambini più piccoli. Per questo motivo è fondamentale che genitori e tutori restino vigili e attenti nella scelta e nella preparazione degli alimenti, garantendo la massima sicurezza per i più piccoli.