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Il caso

Bambino nato nell'auto: ricostruzione e orari. Le doglie della 26enne (terzo figlio), l'incidente dell'ambulanza, i soccorsi. Parlano i protagonisti dell'intervento

Il personale dell'emergenza: "Ecco la scena che abbiamo trovato". Pesava 3 chili e 20 grammi, madre e figlio sul sedile. Il cordone ombelicale

Luca Serafini

25 Agosto 2025, 06:31

Fiocco azzurro

Parto in auto: fiocco azzurro (foto creata con IA)

Il bambino, 3 chili e 20 grammi, sta bene e la mamma che lo ha messo al mondo distesa sul sedile posteriore dell'auto, pure. Ma è stata una notte di brividi tra via Duranti, luogo del lieto evento, e l'incrocio tra via del Trionfo e via Colombo, dove l'ambulanza che accorreva per il parto precipitoso, si è scontrata con una macchina. Nella collisione una donna è rimasta ferita in modo non grave, illeso l'equipaggio del mezzo di soccorso.

Un fiocco azzurro movimentato, a cavallo della mezzanotte tra sabato 23 e domenica 24 agosto. Ma riannodiamo il film.

Sono le 23.39 quando dalla zona di via Redi - Villa Severi arriva la richiesta di aiuto. C'è una donna, 26 anni, terza gravidanza a termine, colta di sorpresa dalle doglie. Rottura delle acque, dilatazione del collo dell'utero, il bebè che preme per uscire. Non c'è tempo da perdere.

Il marito è con lei. Il 118 mette in movimento l'ambulanza della Croce Bianca di Monte San Savino che si trova all'ospedale San Donato. Il mezzo attiva sirena e lampeggianti e imbocca via del Trionfo per raggiungere rapidamente il posto indicato. Ma non ci arriverà.

All'incrocio semaforico, infatti, l'autolettiga si sofferma e potrebbe proseguire la sua corsa anche con il rosso, ma qui avviene lo scontro con un veicolo che in quel momento transita in via Colombo, in uscita dalla città. Nell'impatto la 52enne che è al volante resta ferita ed è lo stesso equipaggio della Croce Bianca savinese - tutti illesi autista, soccorritrice e infermiere - che le presta i primi soccorsi.

Immediatamente viene segnalato alla centrale del 118 il problema: ambulanza in panne, va attivata una seconda partenza per il parto improvviso in via Duranti. E una terza partenza per l'incidente.

Sono le 23.41 quando l'ambulanza della Misericordia di Subbiano, di rientro da un servizio, riceve il messaggio. E' a Capolona e impiega meno di 10 minuti per raggiungere via Duranti. Alle 23.50 è davanti alla macchina diventata culla. Nell'abitacolo il bimbo, figlio di una coppia di africani, ha già emesso il primo vagito, la madre è distesa e lo tiene al petto. Con lei il padre del neonato, tra eccitazione e ansia. La soccorritrice Letizia, l'autista Giancarlo e l'infermiera si prendono cura del caso, con la chiusura del cordone ombelicale: in termini tecnici clampaggio.

Poi madre e figlioletto vengono caricati a bordo e alle 24.08 sono all'ospedale. Il ginecologo del reparto guidato dal dottor Ciro Sommella è pronto a praticare il taglio del cordone. Seguono le cure e l'assistenza del caso alla donna e al piccino. Tutto a posto. Nessun problema.

Il parto precipitoso, ci spiega il primario Sommella, è raro e certamente da evitare ma può non essere fonte di complicanze. Più frequente in donne che hanno partorito in precedenza, ma anche questo non è detto.

Nella notte di brividi e gioia però c'è altro lavoro per l'emergenza: lì all'incrocio tra via del Trionfo e via Colombo c'è da occuparsi della automobilista incidentata. Arrivano ambulanze della Croce Bianca di Arezzo e della Misericordia di Arezzo, l'automedica, i vigili del fuoco e le forze dell'ordine. Per fortuna si tratta di un “codice minore”, nessuna conseguenza seria. La 52enne viene trasportata al pronto soccorso per accertamenti e cure.

Tutto in una manciata di minuti: un intreccio di circostanze della vita, dinamiche, casualità. Alla fine è un sospiro di sollievo generale.

“Quando siamo arrivati in via Duranti” dice la soccorritrice della Misericordia di Subbiano “il bambino era venuto alla luce da pochi istanti, la madre era serena sui sedili di dietro della macchina, protetta da una coperta, il piccino non si era ancora attaccato al seno. Né lei né il marito hanno parlato, sono stati momenti, attimi, di grande emozione e concentrazione da gestire con precisione e attenzione”.

Lieto evento. E lieto fine di una notte mozzafiato.

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