Il caso
Alberto Stasi nel giorno del fermo per l'omicidio di Chiara Poggi (Foto LaPresse)
I legali di Alberto Stasi sono pronti a chiedere la revisione. Attendono soltanto la chiusura delle indagini su Andrea Sempio per fare la loro mossa. L’avvocato Giada Bocellari, che lo assiste fin dall’inizio di questa lunga vicenda, lo ha ribadito con chiarezza in un’intervista al quotidiano La Stampa: "Gli elementi per chiedere la revisione li avremmo già, ma non vogliamo un’assoluzione attenuata. Non ci interessa il comma 2, chiediamo la formula piena. Vogliamo che la Corte d’Appello di Brescia dica: abbiamo evidenze tali da dire che Stasi non c’entra nulla". Da qui la scelta di attendere ancora. Il cuore della strategia difensiva è aspettare la chiusura delle indagini su Andrea Sempio. "Avremo un quadro più completo e potremo procedere con più elementi per dimostrare l’estraneità di Stasi al delitto", ha aggiunto Bocellari, non senza sottolineare un punto doloroso: "Se Stasi non c’entra nulla, significa che Chiara è ancora una vittima senza giustizia".
Ma attorno a questo intricato mosaico si staglia ormai l'ennesimo capitolo, che rischia di travolgere non solo la memoria processuale ma anche la fiducia stessa nell’istituzione giudiziaria, dopo l'annuncio che a Brescia è in corso un’inchiesta che vede indagato l’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti. Secondo l’accusa, avrebbe ricevuto denaro per scagionare proprio Sempio. Un’ipotesi che la difesa di Stasi giudica "sconcertante", perché significherebbe che un potenziale scenario alternativo all’accusa non fu mai davvero esplorato, lasciando Stasi senza la possibilità concreta di provare la propria innocenza. Bocellari nell'intervista ricorda un episodio che oggi appare ancora più significativo: "Chiedemmo più volte copia degli audio delle telefonate che ora sono al vaglio dei pm di Brescia. Venditti respinse due istanze e, all’ultima, rispose con una motivazione di mezza pagina: Stasi non era parte offesa". Parole che, col senno di poi, gettano ombre pesanti su un’inchiesta già tormentata da anni di perizie, ricorsi e contraddizioni. Quella che fino a qualche mese fa sembrava una partita ormai chiusa, con un condannato tra l'altro sempre più vicino alla fine della pena, è di nuovo diventata un vero e proprio rebus.
Nel frattempo l'ex pm Mario Venditti deve difendersi. Il legale dell'ex magistrato, Domenico Aiello, ha annunciato che non c'è alcuna traccia dei soldi sui conti del suo assistito e si prepara al ricorso al Tribunale del Riesame per ottenere l'annullamento del decreto di perquisizione e sequestro e un accesso completo agli atti della Procura di Brescia. Il legale spiega che gli accertamenti "hanno dato esito negativo, altrimenti lo avremmo trovato nel decreto di perquisizione". Il decreto di cui Aiello vuole chiedere l'annullamento non ha riguardato soltanto Venditti, ma anche Andrea Sempio, Ivana Sempio, Patrizio Sempio, Silvia Maria Sempio, Daniela Ferrari, Silvio Sapone e Giuseppe Spoto. Nei loro confronti la Procura ha richiesto ai carabinieri e alla finanza perquisizioni personali, delle abitazioni, dei dispositivi informatici (pc, tablet, smartphone).
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