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Il caso

Terremoto Garlasco, indagato ex procuratore di Pavia: corruzione in atti giudiziari per scagionare Andrea Sempio. Perquisizioni in serie, anche a casa di ex carabinieri

Ritrovato un bigliettino con scritto "20/30 € Venditti gip archivia". Movimento sospetti sui conti correnti. Quell'intervista a Quarto Grado

Julie Mary Marini

26 Settembre 2025, 08:57

Andrea Sempio

Andrea Sempio, indagato per il delitto di Garlasco

Un autentico terremoto investe il caso del Delitto Garlasco. Un colpo di scena totalmente inaspettato che tra accuse di corruzione, omertà e indagini tornate vive, un mosaico che macchia nomi, istituzioni e storie di famiglia. La Guardia di Finanza di Brescia e Pavia, con i carabinieri del nucleo investigativo di Milano, ha fatto irruzione non solo negli appartamenti dei genitori di Andrea Sempio, ma anche nella casa dell’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, e nelle dimore di alcuni ex carabinieri della sezione di polizia giudiziaria oggi in congedo. Perquisizioni disposte nell’ambito di una nuova inchiesta: l’accusa contro Venditti è gravissima, corruzione in atti giudiziari, con l’ipotesi che abbia ricevuto denaro per scagionare Sempio, come riporta il Corriere della Sera.


Il cuore della svolta è in un appunto: minuti, cifre, nomi scritti su un blocchetto per gli appunti. Numeri seguiti dal simbolo dell’euro accanto a “Venditti” e all’espressione “gip archivia”. Quel foglio comparso in casa dei genitori di Sempio risalirebbe ai primissimi giorni di febbraio 2017, prima che il giovane apprendesse ufficialmente di essere indagato. Le analisi patrimoniali degli investigatori hanno individuato movimenti sospetti: circa 40.000 euro mossi dalle zie paterne, in parte transitati all’esterno, fino al padre, con l’ipotesi che una parte di quegli importi sia finita — sotto forma di contante — al magistrato Venditti.

Mario Venditti, ex procuratore capo di Pavia nell'intervista a quarto grado

E credere che sia soltanto questione di soldi è riduttivo, perché emergono ombre su come siano stati condotti gli atti: la famiglia avrebbe potuto sapere prima del dovuto sulle indagini, anche le domande che sarebbero state poste all’interrogatorio, spiega sempre il Corriere della Sera.

L’archiviazione rapidissima del fascicolo (su richiesta dello stesso Venditti) fa tornare un’eco inquietante: quando tutto si chiude troppo in fretta, le risposte restano sospese. Sempio era stato indagato per la prima volta l’8 febbraio 2017, ma l’archiviazione arrivò già dopo qualche mese; di nuovo nel 2020, ma sempre per breve tempo, con l’indagine che restò aperta appena 21 giorni. Venditti, parlando alla trasmissione Quarto Grado, diede la sua versione: "Ventuno giorni? Io avevo deciso dopo 21 minuti, anzi 21 secondi", affermò. 

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