La storia
Raquel Sánchez Silva e Mario Biondo
Negli anni successivi, la famiglia Biondo — i genitori Pippo e Santina — non si rassegna alla conclusione del suicidio. Ritiene che qualcosa non quadri nelle modalità del ritrovamento del cadavere e nell’ipotesi esclusiva del gesto volontario. Nel maggio 2023 lo studio legale Vosseler presenta a Madrid una denuncia: si segnalano “contraddizioni e mancanza di coerenza” rispetto alla tesi del suicidio. Nel frattempo, in Italia, il gip di Palermo (agosto 2022) archivia l’indagine per decorrenza dei termini, ma non esclude l’ipotesi dell’omicidio: secondo il giudice, “gli elementi probatori farebbero pensare a una messinscena per coprire l’omicidio”. La vera svolta arriva ora: l’Audiencia Provincial de Madrid — tribunale provinciale di Madrid — per la prima volta riconosce che la morte di Mario potrebbe non essere un suicidio, accogliendo la tesi avanzata dall’Italia e dai familiari. Il provvedimento recita: “Si apporta per la prima volta una denuncia contro determinate persone, con numerose prove periziali e una copia di una sentenza giudiziaria da cui sembrano derivare indicazioni che la morte di Biondo non sia stata suicida”. Tuttavia — ed è qui il dramma — il tribunale respinge l’appello dei familiari perché il fatto è passato in giudicato. In altre parole: anche se ora si ammette l’ipotesi omicidio, non si può più riaprire il caso in Spagna.
Secondo il tribunale iberico, l’istruttoria spagnola ha evidenziato che, nell’immediatezza del ritrovamento, non furono avviate attività investigative cruciali come intercettazioni ambientali o acquisizioni perquisite e il lungo intervallo di tempo complicava la possibilità di ripristinare o completare tali accertamenti. Ancora:il riconoscimento dell’ipotesi omicidio arriva troppo tardi, dopo che il limite temporale per l’azione penale in Spagna è ormai trascorso.
Raquel Sánchez Silva, moglie di Mario Biondo ai tempi della tragedia
La famiglia Biondo prevede ora un ricorso alla per cercare di ottenere giustizia, e parallelamente chiede una richiesta di responsabilità patrimoniale per presunte carenze nell’inchiesta. Dietro le carte processuali, le perizie e le lungaggini burocratiche, ci sono due persone: Mario, la moglie Raquel, la famiglia che da anni attende risposte. Il riconoscimento dell’ipotesi omicidio ha un grande valore simbolico: significa che la strada del “è stato suicidio” non è più l’unica pista. Ma l’incertezza resta, la giustizia sembra ancora lontana, e soprattutto - irreversibilmente - sono passati troppi anni.
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