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Salento

Bambino ucciso in casa: aveva solo 9 anni. La mamma trovata morta in mare. L'ipotesi omicidio-suicidio

Julie Mary Marini

19 Novembre 2025, 00:24

Najoua Minniti

Najoua Minniti

Ancora una tragedia. Stavolta teatro è il Salento dove sono stati ritrovati i cadaveri di un bambino di nove anni e la madre di 35. Il corpo di Najoua Minniti è riaffiorato per primo, trascinato dal mare all’altezza di Torre dell’Orso, dopo la segnalazione di un sub che ha interrotto la sua immersione con il fiato spezzato dall’orrore. Poche ore dopo, a chilometri di distanza, i carabinieri hanno forzato la porta dell'abitazione della donna. Dentro li attendeva un silenzio glaciale e il corpo del piccolo Elia. Sul suo corpo, stando alle prime verifiche, segni compatibili con un’arma da taglio. 

Najoua, originaria della provincia di Reggio Calabria ma residente da tempo nel Salento, era stata dichiarata scomparsa dal marito nel pomeriggio del 18 novembre. La coppia era separata; un legame spezzato da tempo, ma ancora attraversato da tensioni e fragilità che in questi giorni, raccontano fonti investigative, erano diventate sempre più evidenti. Dopo il ritrovamento in mare, la macchina delle ricerche si è messa in moto con urgenza febbrile nella speranza di ritrovare il piccolo, ma il bambino, quando è stato trovato, non respirava più.

La Procura di Lecce e la Prefettura sono state immediatamente informate. L’ipotesi che prende corpo — la più dolorosa e la più atroce — è quella di un omicidio-suicidio. Un gesto di disperazione estrema. A Calimera, dove la notizia è arrivata come una scossa, il sindaco Gianluca Tommasi ha parlato alla comunità con parole luttuose e di responsabilità condivisa. "La tragedia che ci ha colpiti — scrive — rappresenta un dolore immenso e difficile da comprendere". E poi il pensiero più urgente: i bambini, gli adolescenti, gli occhi che guardano senza capire. Le scuole si sono già attivate per offrire un riparo fatto di ascolto, cura, delicatezza. Il sindaco invita al silenzio, alla compostezza, a respingere il veleno delle dicerie. "Lasciamo spazio al lavoro delle forze dell’ordine", chiede. E poi un appello che è insieme preghiera e promessa: restare uniti, custodire la dignità di una comunità ferita, proteggere chi rimane.

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