Sicurezza
Più di un italiano su quattro ha subito almeno un furto in casa
Un furto in abitazione dietro l'altro. Nelle ultime settimane in provincia di Arezzo si è avuta la percezione di un aumento di colpi delle case. Un fenomeno che ogni anno si intensifica nel periodo invernale, in particolare a ridosso dei giorni delle festività di Natale e che ovviamente non è un problema esclusivamente aretino. In Italia il tema dei furti in casa continua a intrecciarsi con la vita quotidiana molto più di quanto si possa immaginare. Secondo un rapporto Censis-Verisure, sono 14,5 milioni (28,6%) gli italiani che dichiarano di aver subito almeno un furto nella propria abitazione, mentre 8 milioni raccontano di aver vissuto un tentativo non riuscito e circa 4,5 milioni riferiscono episodi di vandalismi legati all'abitazione. In pratica, più di un italiano su quattro ha già sperimentato la violazione del proprio spazio domestico, una proporzione che trasforma il fenomeno da fatto di cronaca a esperienza sociale diffusa.
I numeri più aggiornati mostrano un quadro complesso: nel 2024 sono stati denunciati in Italia 155.590 furti in abitazione, con un incremento del 5,4% rispetto al 2023, mentre le rapine commesse all’interno delle case hanno raggiunto quota 1.891, con un aumento dell’1,8%. Tuttavia, i primi sei mesi del 2025 raccontano una variazione inattesa: tra gennaio e giugno le denunce per furto in casa sono state 61.555, cioè l’8,6% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un segnale senza dubbio positivo. La distribuzione territoriale aggiunge ulteriori sfumature. Se si osservano i valori assoluti, Roma è la città con il numero più alto di denunce, 8.699 nell’ultimo anno disponibile, seguita da Milano con 3.152, Torino con 2.024 e Firenze con 1.803. Ma la lettura cambia radicalmente quando si tiene conto della popolazione residente: in questo caso è la provincia di Pisa a registrare l’incidenza più alta, con 75,7 furti ogni diecimila abitanti, seguita da Modena, Bolzano, Udine e Verona, che si collocano tutte nelle fasce più esposte del Paese.
Al di là dei numeri, il dato più significativo riguarda la percezione del rischio. Nel rapporto del Censis emerge che il furto in casa è oggi il reato più temuto dagli italiani: il 59% della popolazione lo indica come la minaccia principale, contro il 48% dell’anno precedente. È un aumento netto, che spiega anche perché l’88,9% delle famiglie dichiari di aver installato almeno un dispositivo di protezione, dalle porte blindate ai sistemi di videosorveglianza, fino ai moderni sistemi connessi che permettono di controllare l’abitazione anche a distanza. Questi numeri, letti insieme, mostrano un Paese che vive la sicurezza domestica come un elemento fragile e mutevole. I dati ufficiali raccontano oscillazioni, alcune positive, altre meno, mentre la percezione collettiva descrive una società che ha interiorizzato la paura del furto come una delle minacce più concrete. Ed è proprio da questa doppia dimensione - quella dei fatti e quella delle sensazioni - che emerge il ritratto di un’Italia attenta, spesso preoccupata, e sempre più proiettata verso forme tecnologiche di protezione del proprio spazio privato.
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