Il giallo
Romina Del Gaudio aveva solo venti anni
Poco più di venti anni fa, il 4 giugno 2004, Romina Del Gaudio, 20enne napoletana impiegata in un negozio di telefonia ad Aversa, uscì di casa come ogni mattina ma non arrivò sul posto di lavoro. I colleghi, insospettiti dalla sua assenza prolungata fino all'ora di pranzo, avvisarono i familiari che a loro volta contattarono le forze dell'ordine in serata, avviando ricerche che andarono avanti per 45 giorni. Il corpo della giovane fu ritrovato il 19 luglio nei pressi del bosco della Reale Tenuta di Carditello a San Tammaro, in provincia di Caserta, in avanzato stato di decomposizione, con segni di un delitto efferato: diverse coltellate inferte alla schiena, due colpi di pistola alla testa, violenza sessuale e indumenti personali sparsi intorno al cadavere.
Testimoni oculari fornirono indizi. Romina fu avvistata passeggiare a Piazza Magenta a Napoli, poi salire su un'auto scura in compagnia di due uomini dall'atteggiamento sospetto e molesto; una donna riferì di aver sentito un uomo urlare contro di lei, memorizzando parzialmente la targa del veicolo. Nonostante questi elementi, le indagini non condussero a identificazioni certe, con gli inquirenti inclini a ipotizzare un omicidio premeditato, preceduto da rapimento e abuso carnale, forse legato a moventi passionali o camorristici. Negli anni successivi, diverse piste furono esplorate senza esito risolutivo. Tre persone furono indagate nel 2010, tra cui figure del contesto locale, ma i prelievi di dna non portarono a conferme. Il caso fu archiviato per carenza di prove, riaperto nel 2019 sulla base di nuove analisi genetiche – inclusa una traccia maschile rilevata sul reggiseno della vittima – e nuovamente archiviato nel 2021 per insufficienza di elementi.
La famiglia, duramente provata, continua a reclamare giustizia. La madre Grazia Gallo è morta nel 2014 senza conoscere la verità, lasciando lo zio Ciro come principale portavoce della memoria della nipote. Nel 2012, nel luogo del ritrovamento, fu eretta una lapide commemorativa, simbolo di un lutto collettivo per la comunità campana. Le immagini diffuse da programmi come Chi l'ha visto? e siti di cronaca, tra cui la foto della lapide nel bosco di Carditello, testimoniano la brutalità del crimine e la persistenza del dolore familiare. Oggi, nel 2025, il caso resta irrisolto, con interrogativi su moventi, autori e connessioni criminali che alimentano dibattiti e speranze di nuove svolta investigative.
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