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Il caso

Bambini allontanati dai genitori, parlano i servizi sociali: "Abbiamo cercato in tutti i modi il dialogo con la famiglia"

Documento dei servizi dell'Unione dei Comuni della Valtiberina Toscana: si erano già mossi i colleghi di Bolzano e il Tribunale. La mancata esecuzione del provvedimento avrebbe costituito reato

Davide Gambacci

06 Dicembre 2025, 16:10

Bambini allontanati

I genitori dei bambini allontanati

"Abbiamo cercato una collaborazione affinché la famiglia attuasse in autonomia gli interessi dei propri figli, ma dopo i primi incontri è venuta progressivamente meno". A scrivere sono i servizi sociali dell’Unione dei Comuni della Valtiberina Toscana che intervengono sul caso della famiglia che vive a Caprese Michelangelo che, da oltre 50 giorni, non ha notizie dei due figli di 4 e 8 anni dopo che il Tribunale per i minorenni di Firenze ne ha disposto l’allontanamento. L'allontanamento dei bambini, effettuato il 16 ottobre, diventato un caso mediatico, è stato coordinato dai servizi sociali dell’Unione montana dei Comuni della Valtiberina Toscana e dai Carabinieri del comando provinciale di Arezzo. Il provvedimento è arrivato dopo mesi di tentativi da parte delle autorità di mettersi in contatto con i familiari dei due piccoli, poi trasferiti in una comunità protetta a Narni. Alla base ci sarebbero l’assenza di rapporti con l’esterno, la mancata frequenza scolastica obbligatoria e alcune questioni sanitarie, in particolare legate a vaccinazioni e assistenza pediatrica.


Il casale a Caprese Michelangelo

"Il nostro servizio - si legge nel documento - è subentrato al Servizio sociale e al Tribunale di Bolzano, che avevano già avviato un percorso di tutela nei confronti dei minori. L’intervento è avvenuto in esecuzione di un provvedimento dell’Autorità giudiziaria, emesso dal Tribunale di Firenze dopo un’attenta e approfondita valutazione della situazione familiare, nell’ambito della quale le nostre assistenti sociali hanno operato in qualità di ausiliarie del Tribunale per i minorenni, attenendosi rigorosamente alle indicazioni ricevute". La famiglia, che era titolare di un B&B in Trentino-Alto Adige, da un paio d’anni viveva nel casolare di La Creta: il padre Harald è originario di Brunico, mentre la madre, Nadia, della Bielorussia.


Il cartello all'ingresso dell'abitazione

"Le modalità operative adottate durante l’esecuzione del provvedimento sono state preventivamente valutate tra tutti i soggetti coinvolti, i quali hanno operato con professionalità e nel pieno rispetto della normativa vigente – proseguono i servizi sociali – L’esecuzione del provvedimento è stata preceduta da un dialogo e da tentativi nei quali ogni professionista chiamato a intervenire ha fatto la propria parte, per prevenire possibili situazioni di pericolo e con l’obiettivo primario di tutelare la sicurezza e l’incolumità dei minori, dei familiari e degli operatori presenti. È opportuno ricordare che il servizio sociale ha cercato, fin dalla presa in carico del caso, una collaborazione con la famiglia affinché questa attuasse in autonomia gli interessi dei propri figli. Dopo i primi incontri, però, il dialogo è progressivamente venuto meno. Tale situazione ha determinato la valutazione di un intervento più strutturato, deciso dall’Autorità giudiziaria, del quale il servizio sociale è stato mero esecutore. È importante ricordare che né gli assistenti sociali né le forze dell’ordine coinvolte avrebbero potuto sottrarsi all’esecuzione del provvedimento del giudice: la mancata esecuzione costituirebbe reato".

"Il Servizio sociale, nel pieno rispetto delle norme vigenti e della riservatezza, ribadisce che ogni azione intrapresa ha avuto e avrà come unico obiettivo la tutela dei minori, nel pieno rispetto dei loro diritti e della loro sicurezza, e conferma la propria osservanza al mandato istituzionale. Ribadiamo la disponibilità a fornire supporto e aiuto ai genitori in questo momento di particolare complessità e difficoltà, cercando di contemperare le esigenze di questi ultimi con il percorso istituzionale in atto e con le specifiche prescrizioni del giudice".

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