L'artista
Lucio Corsi e Carlo Verdone in Tu sei il mattino
Lucio Corsi entra in ascensore. E' elegantissimo. Indossa abito e cravatta. All'interno ci sono altre quattro persone, due uomini e altrettante donne. Tutti molto distinti e ben vestiti. Si sale. Ma improvvisamente a Corsi inizia a prudere il naso. Se lo tocca, una smorfia, lo tocca ancora, poi un clamoroso starnuto con tanto di fuoriuscita di muco. Si pulisce sulla sua giacca. Si aggiusta la cravatta, ma il secondo starnuto è in arrivo. Più forte del primo. Stavolta investe direttamente i compagni di viaggio in ascensore. Il muco è incredibilmente colorato di azzurro, sembra vernice. Ma è solo l'inizio. E' una raffica di starnuti. I "passeggeri" provano a chiedere aiuto, ad arginarlo. L'elevatore si ferma al piano, un uomo fugge via di corsa, entra una ragazza. La porta si chiude e gli starnuti si succedono ancora con schizzi ovunque per la disperazione di tutti che ovviamente fuggono al piano successivo. Entra ignaro un operaio, ma subisce la stessa sorte.
Poi è la volta di Carlo Verdone. Cerca di ripararsi con il corpo del lavoratore, poi con la sua valigetta. Finché non perde la pazienza e la usa per dare un colpo in testa a Lucio Corsi che sviene. Il Carlo nazionale si aggiusta la cravatta, termina il suo viaggio. Poi riflette: "Ed eccomi qui, incastrato in questa situazione per colpa di Lucio Corsi. Non ho ancora capito quale sia la morale di questo stupido video. Ma quello che vi posso dire con certezza è che a volte è meglio prendere le scale, invece che accorciare i tempi con l'ascensore". Poi Carlo Verdone sputa su Corsi, ancora svenuto, ed esce dall'ascensore. Ma dopo quattro passi inizia ad avvertire l'arrivo di un forte starnuto. Classiche smorfie e poi giù: tocca a lui.
E' la fine del video. Perché, ovviamente, si tratta di un videoclip musicale. Le immagini di Tu sei il mattino, altro splendido brano del cantautore di Grosseto, protagonista del Festival di Sanremo. Anche in questo caso la regia è di Tommaso Ottomano, lo stesso artista che ha diretto la realizzazione del cortometraggio di Volevo essere un duro, il brano applauditissimo sul palco dell'Ariston in cui tra l'altro Ottomano suona la chitarra accanto a Corsi di cui si sente come un fratello. Una coppia geniale, visionaria, già nota e conosciuta dagli addetti ai lavori, che il Festival ha fatto conoscere al grande pubblico, proiettandola nelle case di milioni di italiani. Senza dubbio la più bella sorpresa dell'edizione 2025 della kermesse della musica italiana.
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