Musica
I Punkcake durante X Factor
Il gruppo Punkcake del Valdarno, passato dai sotterranei dei centri sociali ai riflettori televisivi di X Factor nel 2024, oggi sale su un altro palco: quello del Next Generation Fest, per dire le cose come stanno. Senza fronzoli, senza filtri, senza inchini. “Il punk è libertà, ma per noi è nato per ignoranza: sapevamo fare solo quello”, dicono con una risata tagliente quanto le loro chitarre. Ma dietro la battuta c’è una verità più grande: la musica come unica via d’uscita. E alla fine, anche come scelta politica, sociale, collettiva.
Oggi questi ragazzi di 25 anni gestiscono un circolo Arci. Sono una trentina, tutti squattrinati, ma pieni di idee. Non cercano gloria, cercano spazi. Non vogliono carriere, vogliono comunità. “Senza soldi, ma con tanta voglia di libertà”, dicono, e sembra quasi un manifesto, una dichiarazione di guerra a chi ancora pensa che i giovani siano solo pigri e disillusi.
E in un 2 giugno che ha avuto il sapore della retorica a buon mercato, loro hanno alzato il volume: “Dobbiamo svegliarci, noi giovani. Dobbiamo stare attenti a chi ci vuole indottrinare. Credete sempre e comunque nelle vostre idee". Altro che frasi da manuale. Qui non si celebra la Repubblica con la banda e le coccarde, qui si fa rumore. E se la libertà oggi significa urlare contro il vuoto, allora il punk è ancora la sua forma più onesta.
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