L'attore
Ricky Tognazzi è morto il 27 ottobre 1990
Il 27 ottobre 1990 Ugo Tognazzi moriva all’improvviso nella sua casa di Velletri, a soli 68 anni. La causa fu un'emorragia cerebrale, conseguenza di una malattia cerebrale degenerativa di cui soffriva da tempo, tenuta lontana dai riflettori con grande discrezione. Il giorno prima, aveva giocato una delle sue solite partite a tennis, una delle sue passioni, come se nulla stesse accadendo. La morte arrivò di notte, inaspettata, lasciando attonita l’Italia intera. Ugo, che aveva da poco trionfato a teatro con L’avaro di Molière, era ancora in piena attività: ironico, lucido, vitale. La sua scomparsa fu uno shock per il pubblico che l’aveva amato per decenni, ma anche per la famiglia allargata che lo circondava, fatta di figli, donne, amici, colleghi, in un equilibrio affettivo tutto suo, anticonvenzionale ma straordinariamente sincero.

Ugo Tognazzi mentre abbraccia due grandi forme di parmigiano
Ugo Tognazzi è stato, anche nella vita privata, un uomo libero. Mai sposato, ha avuto quattro figli da tre donne diverse e con tutte ha mantenuto rapporti profondi, anche quando le relazioni si erano concluse. Non credeva nel matrimonio, ma credeva fortemente nella paternità, che ha vissuto con senso di responsabilità e tenerezza. La sua prima compagna importante fu Pat O’Hara, ballerina irlandese, con cui ebbe il suo primogenito Ricky Tognazzi, nel 1955. Poi ci fu la relazione con Noris De Stefani, una donna estranea al mondo dello spettacolo, dalla quale nacque Thomas.
Ma la donna che fu probabilmente la più importante della sua vita fu Franca Bettoja, attrice, compagna stabile degli ultimi 30 anni della sua vita. Con lei ebbe Gianmarco Tognazzi, nato nel 1967, oggi anche lui attore affermato. Franca e Ugo non si sposarono mai, ma vissero insieme come una famiglia, in quella casa di Velletri che era un rifugio pieno di amici, partite a carte, cucine aperte, e una certa disordinata allegria che sembrava non dover finire mai. Infine Maria Sole.

Ugo Tognazzi con Sylva Koscina in una scena del film I seduttori della domenica
Tognazzi amava profondamente le donne, la buona tavola, la compagnia, ma più di tutto amava la libertà di vivere secondo le proprie regole. È stato un uomo appassionato, fedele solo a sé stesso e a chi riusciva ad accettare il suo modo d’essere. In un’Italia ancora moralista e rigida, lui rappresentava una modernità affettiva prima del tempo: non per capriccio, ma per coerenza. In molte interviste ha dichiarato di non aver mai voluto fingere: non con il pubblico, non con le donne, non con i figli. E infatti la sua famiglia, pur non tradizionale, è rimasta profondamente unita anche dopo la sua morte, nel ricordo di quell’uomo generoso, curioso, appassionato e caoticamente innamorato della vita.
Oggi Ugo Tognazzi riposa nel cimitero di Velletri. Sulla sua tomba non c'è retorica, solo la traccia di una vita pienamente vissuta. Lo ricordiamo per il talento, certo, ma anche per quella capacità rara di non avere maschere nella vita, proprio come davanti alla macchina da presa. Forse è questo che lo ha reso immortale. La sua storia sentimentale non fu mai lineare, ma profondamente autentica. E forse è proprio lì, tra una risata e un piatto cucinato con amore, che si nasconde il segreto della sua grandezza.
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