Il personaggio
Giorgio Faletti e la moglie Roberta Bellesini
Giorgio Faletti è morto il 4 luglio 2014, all’età di 63 anni. Il suo viaggio terreno è finito all’ospedale Molinette di Torino, dopo una lunga battaglia contro un tumore ai polmoni. La malattia, che lo aveva colpito da tempo, lo aveva costretto a interrompere i suoi impegni artistici e a cercare cure anche all’estero, in particolare a Los Angeles, nella speranza di trovare terapie innovative. Negli ultimi mesi della sua vita, Faletti aveva dovuto annullare spettacoli e tournée, lasciando ai fan un messaggio di addio in cui spiegava, con la sua consueta delicatezza, la necessità di fermarsi per motivi di salute. Nonostante la riservatezza con cui aveva sempre gestito la sua vita privata, la sua sofferenza era diventata evidente a chi gli era vicino. La moglie, Roberta Bellesini, ha raccontato che nelle ultime settimane Faletti temeva che il suo lavoro potesse essere dimenticato e che ciò che aveva scritto andasse perso. Questo timore lo accompagnava più della malattia stessa, tanto che la moglie ha continuato a portare avanti i suoi progetti anche dopo la sua scomparsa.
Giorgio Faletti con uno dei suoi libri
Faletti aveva già affrontato momenti difficili: il giorno dell’uscita del suo celebre romanzo Io uccido fu colpito da un ictus, che lo costrinse a un lungo ricovero. Nonostante tutto, aveva sempre mostrato una straordinaria energia e voglia di mettersi in gioco, come dichiarò in un’intervista poco prima della morte: “Sul mio epitaffio scriveranno: qui giace Giorgio Faletti, morto a diciassette anni. Ho tanta energia e voglia di mettermi in gioco. Non ho paura di rischiare”. La notizia della morte di Faletti suscitò un’ondata di commozione in tutta Italia. La camera ardente fu allestita ad Asti, sua città natale, nel Teatro Vittorio Alfieri, dove amici, colleghi e semplici cittadini gli resero omaggio. Il feretro, accolto da lunghi applausi, era circondato da fiori chiari e da una gigantografia dell’artista. Il giorno dei funerali, celebrati l’8 luglio 2014 nella Collegiata di San Secondo, oltre cinquemila persone si radunarono per l’ultimo saluto: molti non riuscirono a entrare in chiesa e rimasero nella piazza antistante, in un silenzio carico di emozione.
Tra i presenti, numerosi volti noti dello spettacolo e della cultura: Enrico Brignano, Ugo Conti, Paolo Conte, Franco Neri, Enrico Beruschi e tanti altri. Paolo Conte, amico di lunga data, ha ricordato Faletti come “un uomo intelligentissimo e spiritosissimo”, sottolineando quanto la sua vivacità intellettuale e la sua veridicità fossero uniche. Gli amici indossarono magliette commemorative durante la cerimonia. Giorgio Faletti è stato un artista poliedrico: cabarettista, attore, cantante, scrittore di successo e persino pittore. Dalla televisione al Festival di Sanremo, dalla letteratura al cinema, ha saputo reinventarsi continuamente, lasciando un segno profondo in ogni ambito che ha attraversato. Il suo romanzo Io uccido è diventato uno dei best seller italiani più venduti di sempre e la sua canzone Signor Tenente ha segnato una svolta nella musica d’autore italiana.
Giorgio Faletti riposa nel cimitero di Asti
La sua città, Asti, gli ha reso omaggio intitolandogli la Biblioteca Astense, di cui era stato presidente. Nel 2019, a cinque anni dalla scomparsa, la Fondazione Italia Usa gli ha conferito il Premio America alla memoria, a testimonianza di quanto il suo contributo sia stato apprezzato anche oltre i confini nazionali. Giorgio Faletti riposa nel cimitero di Asti, ma il suo ricordo e la sua opera continuano a vivere nel cuore di chi lo ha amato e stimato, sia come artista che come uomo.
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