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La guerra

D-Day: morti, eroi, storie, curiosità. La maxi operazione dello sbarco in Normandia. Migliaia e migliaia di vittime

Julie Mary Marini

10 Agosto 2025, 20:50

D-Day: morti, eroi, storie, curiosità. La maxi operazione dello sbarco in Normandia. Migliaia e migliaia di vittime

Cerimonia di commemorazione dello sbarco in Normandia

Il D-Day, il 6 giugno 1944, è stata una delle operazioni militari più imponenti e decisive della Seconda Guerra Mondiale. Conosciuto ufficialmente come Operazione Overlord, lo sbarco in Normandia fu la più grande invasione anfibia della storia, un punto di svolta che segnò l'inizio della liberazione dell'Europa occidentale dall'occupazione nazista. Quel giorno sulle coste normanne sbarcarono oltre 156.000 soldati alleati, principalmente americani, britannici e canadesi, supportati da una massiccia quantità di mezzi terrestri, navali e aerei. Le operazioni iniziarono durante la notte con l'arrivo di circa 20.000 paracadutisti e soldati aviotrasportati, i quali occuparono posizioni strategiche e liberarono il primo paese francese, Sainte-Mère-Église, a pochi chilometri dalla costa.

Una delle celebrazioni dello Sbarco in Normandia

Sul fronte delle spiagge, vari eserciti si distinsero per la loro eroica resistenza o capacità di conquista. Ad esempio, sulla spiaggia di Omaha, gli americani affrontarono una reazione tedesca molto più forte del previsto, con importanti perdite prima di riuscire a consolidare la posizione. Ma ciò che rende unica l'operazione, oltre alla sua scala eccezionale, sono le molte curiosità e storie meno note che la circondano.

Tra le curiosità emergono eventi e personaggi che hanno lasciato un segno particolare. Ad esempio, John Steele, paracadutista statunitense, rimase impigliato con il suo paracadute sul campanile della chiesa di Sainte-Mère-Église, diventando involontariamente una sorta di "monumento vivente" durante la battaglia, testimoniando la durezza e il caos di quella notte. Altra figura significativa fu il medico afroamericano Waverly B. Woodson Jr., che, a Omaha Beach, operò per oltre 30 ore curando feriti in condizioni estreme, salvando vite e dimostrando un eroismo poco narrato nelle cronache principali.

Un aspetto sorprendente fu l'uso della musica in battaglia, come quella dello scozzese Bill Millin, che sbarcò a Sword Beach suonando incessantemente la cornamusa per sostenere i suoi compagni. Anche i tedeschi ammisero di non aver sparato contro di lui, pensando che fosse impazzito. Questi dettagli umani restituiscono il D-Day come un evento complesso, fatto non solo di strategia militare ma anche di storie personali e momenti di straordinaria resistenza psicologica. Non mancarono le azioni di intelligence e inganno: furono creati eserciti fantasma e campagne di disinformazione per confondere il nemico, con finte installazioni e unità per far credere che l'invasione sarebbe avvenuta a Calais anziché in Normandia. Questo fu decisivo per mantenere l'effetto sorpresa, malgrado la Luftwaffe fosse in netta inferiorità numerica, con un rapporto di circa 30 a 1 rispetto agli alleati e senza riuscire ad abbattere aerei alleati in combattimenti aria-aria quel giorno. Sul piano umano, il costo fu altissimo. Tra gli Alleati si contarono circa 10.000 vittime, con più di 4.400 morti accertati e molti feriti. Gli americani subirono più di 6.600 perdite, incluse 1.465 morti e migliaia di feriti e dispersi; i britannici e i canadesi avevano rispettivamente circa 2.750 e quasi 1.000 perdite, con 359 morti per i canadesi. Le perdite tedesche sono stimate tra 4.000 e 9.000 uomini, comprendendo morti, feriti e prigionieri.

Dal punto di vista strategico, il D-Day non portò subito a tutti gli obiettivi prefissati. In particolare, il collegamento delle teste di ponte e la spinta verso l’entroterra furono più lente del previsto, complice la dura resistenza tedesca e la confusione iniziale. Solo l'11 giugno le teste di ponte si unirono in una linea continua, permettendo l’avanzata nel territorio francese. La Battaglia di Normandia si prolungò ancora per settimane, a testimonianza di una guerra più aspra e combattuta di quel che spesso si immagina. Da segnalare, inoltre, il contributo di oltre 15.000 donne, coinvolte come infermiere, ausiliarie e addette ai servizi logistici e comunicativi. Anche animali, come piccioni viaggiatori e cani addestrati, ebbero un ruolo fondamentale nelle comunicazioni e nella sicurezza degli eserciti alleati. Questa operazione storica, oltre ai suoi numeri e ai fatti noti, vanta una memoria viva che ancora oggi viene commemorata in tutto il mondo per onorare il sacrificio di chi combatté e per ricordare l’importanza storica contro il nazismo.

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