Arezzo
Le imprese del comparto divise tra ottimismo e incertezza
Le imprese del sistema orafo-argentiero-gioielliero monitorate dall’Area Studi Mediobanca hanno chiuso il 2024 registrando un incremento mediano del fatturato pari al +5% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, questo dato rappresenta una realtà differenziata a livello territoriale, con performance particolarmente brillanti nei distretti di Arezzo e Vicenza, entrambi con un +8%, mentre Valenza segna un calo del 3%. Le aree residue hanno registrato una crescita più contenuta, attorno al +2%. Questi risultati emergono dall’indagine condotta sulle imprese del comparto orafo-argentiero-gioielliero italiano, che include un approfondimento dedicato ai tre distretti di eccellenza Arezzo, Vicenza e Valenza. L’analisi è arricchita da un contributo del Centro Studi di Confindustria Federorafi che esamina le recenti tendenze del commercio estero e il quadro complessivo del sistema.
Prospettive 2025: ottimismo e incertezza si equilibrano
Guardando al 2025, si registra un clima di forte incertezza: il 45% delle imprese prevede un aumento del fatturato, ma il 43% teme un calo e il 12% si aspetta stabilità. L’analisi territoriale mette in luce un quadro fortemente eterogeneo. Arezzo (52%) e Valenza (50%) mostrano un ottimismo superiore alla media, mentre Vicenza e le altre aree segnalano una quota più alta di imprese che prevedono una diminuzione del fatturato (46% e 41%, rispettivamente). Complessivamente, la fiducia delle imprese orafe nell’incremento delle vendite è inferiore rispetto alla media delle imprese manifatturiere del IV Capitalismo, che si attestano al 58%.
Le preoccupazioni delle imprese
Nonostante l’incertezza, le imprese del comparto esprimono una particolare preoccupazione per l’evoluzione dello scenario globale. Il 77,8% delle aziende indica come principale fonte di preoccupazione l’incertezza geopolitica, seguita dal timore per l’inasprimento delle politiche protezionistiche (61,9%). Tra le altre criticità emergono l’aumento della concorrenza sui prezzi (41,3%), l’incremento dei costi energetici (33,3%) e le difficoltà nel reperimento e nella fidelizzazione delle risorse umane e competenze (30,2%). La questione geopolitica è percepita come una sfida trasversale a tutti i territori, mentre la preoccupazione per i dazi è particolarmente sentita nei distretti di Arezzo e Vicenza, rispettivamente dal 70% e dal 68,2% delle imprese.
Strategie di crescita e innovazione
Nonostante le difficoltà, le imprese dimostrano una chiara volontà di reagire adottando strategie orientate alla crescita. La maggioranza punta a espandere la presenza sui nuovi mercati (61,5%), a sviluppare nuovi prodotti e servizi (60%) e a rafforzare gli investimenti tecnologici (44,6%). In misura minore, ma comunque significativa, emerge l’interesse per l’aumento delle dimensioni aziendali (26,2%) e per l’attivazione di collaborazioni strategiche (23,1%). Nei distretti di Arezzo, Valenza e Vicenza, l’orientamento alla crescita internazionale è particolarmente marcato, con percentuali comprese tra il 61,9% e il 68,2%. Parallelamente, l’attenzione all’innovazione di prodotto varia tra il 57,1% e il 68,2%. Nelle aree residuali, invece, la priorità è posta soprattutto sull’innovazione tecnologica (53,8%).
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