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La presentazione

Prada, il corpo si libera e scrive la sua moda. La collezione primavera estate 2026

Body of Composition, Miuccia Prada e Raf Simons trasformano il guardaroba in un paesaggio mutevole di capi adattabili, colori esplosivi e uniformi con nuovi significati

Julie Mary Marini

26 Settembre 2025, 01:14

Prada

Un momento della presentazione della collezione Prada (Foto LaPresse)

Il tempo della rigidità sembra tramontato. Nelle sale severe e luminose della Fondazione Prada a Milano, Miuccia Prada e Raf Simons hanno lasciato che fosse il corpo a prendere la parola. La nuova collezione, intitolata Body of Composition, si muove come un racconto di emancipazione: non più un guardaroba come armatura, ma un paesaggio mutevole che respira con chi lo indossa.

La primavera/estate 2026 immaginata dai due stilisti non obbedisce a formule fisse. È piuttosto un laboratorio di metamorfosi, in cui ogni capo si offre come frammento di un puzzle in continua ricomposizione. Gonne che si scompongono per poi reinventarsi, jumpsuit da lavoro che, con un gesto, diventano abiti serali, giacconi che moltiplicano le funzioni: tutto sembra progettato per adattarsi al movimento instabile del presente.

Miuccia Prada e Raf Simons alla presentazione della collezione primavera estate 2026 (Foto LaPresse)

"Viviamo in un tempo sospeso, non sappiamo cosa ci attende", osserva Miuccia Prada. "La moda, allora, deve imparare a cambiare con noi, ad essere flessibile. Questa collezione nasce dall’idea di trasformazione, di vestiti che possano mutare e accompagnare l’incertezza". E Raf Simons rilancia: "Abbiamo cercato una libertà che fosse insieme fisica e mentale. Non più abiti come sculture che imprigionano, ma superfici che si aprono, che liberano il corpo e la mente".

La nuova collezione si chiama Body of Composition (Foto LaPresse)

Sulle note rarefatte di Moments in Love degli Art of Noise, la passerella si è trasformata in un respiro collettivo. Micro top sorretti da gonne stratificate, guanti di pelle che allungano il gesto, tulle che si arrampica sulle spalle come a sfidare la gravità. E poi il colore, che esplode senza chiedere permesso, come se avesse atteso a lungo di riconquistare la scena. Ogni elemento appare sospeso tra memoria e innovazione: l’uniforme, cifra storica della maison, torna non come imposizione, ma come simbolo di forza e autorevolezza.

Micro top e gonne particolari con tanto di pizzo (Foto LaPresse)

"Rileggere il passato è inevitabile", confida ancora Simons. "Un’uniforme può essere bellezza, eleganza, potere. È un modo per ribaltare le gerarchie dello sguardo". Così la collezione si muove tra radici e possibilità, senza nascondere la fragilità del tempo che abitiamo. In questo presente incerto, Prada e Simons non offrono certezze ma strumenti: tessuti che si piegano, forme che si dissolvono, silhouettes che si lasciano riscrivere. Non più la moda a dettare regole al corpo, ma il corpo stesso come forza creatrice. È da lì che parte il racconto: un invito a ricomporsi ogni giorno, ad abbracciare la mutevolezza come nuova forma di stabilità.

Anche sui colori Prada ha osato molto, scelta molto apprezzata (Foto LaPresse)

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