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Sanità

Trattamento dell'infarto, la Asl Toscana Sud Est ai vertici italiani. Mortalità a 30 giorni al 3.7%

Sabini: "E' il risultato di un’organizzazione clinica solida e del lavoro quotidiano della rete"

Julie Mary Marini

16 Dicembre 2025, 16:47

Alessandra Sabini

Alessandra Sabini, direttrice della Uoc di Cardiologia di Arezzo, Bibbiena e Sansepolcro

C’è un momento, quando si parla di infarto, in cui i numeri smettono di essere fredde statistiche e diventano una misura concreta di fiducia. Fiducia in una rete che funziona, nei tempi che si accorciano, nelle competenze che si intrecciano quando ogni minuto conta. I dati appena pubblicati dal Programma Nazionale Esiti 2025 raccontano proprio questo: nelle province di Arezzo, Grosseto e Siena, l’Asl Toscana sud est si conferma tra le realtà più efficaci d’Italia nel trattamento dell’infarto miocardico acuto. La mortalità osservata a 30 giorni si attesta complessivamente al 3,7 per cento, un valore nettamente inferiore sia alla media nazionale, ferma al 6,8 per cento, sia a quella regionale, pari al 4,3. Un risultato che, letto nel dettaglio, diventa ancora più significativo. Grosseto registra una mortalità del 2,7 per cento, conquistando il secondo posto nella classifica delle 121 province italiane, mentre Arezzo si colloca all’ottavo posto con il 3,9 per cento.

Numeri che non fotografano l’eccellenza di un singolo ospedale o di un reparto isolato, ma l’efficacia di un’intera rete aziendale. Un percorso che comincia ben prima dell’arrivo in corsia, dalla formazione diffusa sul territorio e dalla presenza dei defibrillatori automatici, passa attraverso il lavoro del 118 e prosegue lungo tutta la filiera ospedaliera, fino alla gestione specialistica nelle strutture che operano in integrazione. A rafforzare questa performance, certificata dal Pne 2025, contribuisce anche l’elevato volume di attività dei due hub ospedalieri aziendali di Arezzo e Grosseto. Nel corso dell’ultimo anno, entrambi hanno ricoverato il maggior numero di infarti STEMI – la forma più grave e più tempo-dipendente – tra tutti i presìdi ospedalieri della Toscana. Un dato che si traduce in competenza clinica, esperienza consolidata e capacità di risposta rapida nelle situazioni più critiche.

"L’eccellenza delle cure – spiega Ugo Limbruno, direttore della Cardiologia di Grosseto – è assicurata indipendentemente dallo snodo della rete al quale il paziente accede in emergenza. Un aspetto ancora più rilevante se si considera la dispersione geografica della popolazione delle province gestite dall’Asl Toscana sud est e i tempi di trasporto inevitabilmente più lunghi, che possono rappresentare una criticità in una patologia tipicamente tempo-dipendente". Limbruno sottolinea come il trattamento dell’infarto sia il risultato di un vero gioco di squadra, basato sul coordinamento tra medici, infermieri e tecnici sanitari di radiologia, sull’integrazione tra emergenza-urgenza, pronto soccorso, cardiologia intensiva e interventistica, anestesia e rianimazione, e sulla connessione continua tra presìdi di primo, secondo e terzo livello. Sulla stessa linea è Alessandra Sabini, direttrice della Uoc di Cardiologia di Arezzo, Bibbiena e Sansepolcro, che evidenzia come il posizionamento della provincia di Arezzo tra le prime in Italia nella classifica Agenas sia "il risultato di un’organizzazione clinica solida e del lavoro quotidiano della rete per l’infarto miocardico acuto, attiva nel territorio aretino fin dal 2010". Un modello fondato su un’integrazione stabile e concreta tra territorio, 118 e ospedale, con professionisti che operano come un’unica squadra lungo tutto il percorso dell’emergenza. Dalla diagnosi precoce, al trattamento interventistico in sala di Emodinamica, fino alla presa in carico nei reparti nella fase post-acuta. In un ambito in cui il tempo è il primo farmaco e l’organizzazione fa la differenza tra la vita e la morte, i dati del Programma Nazionale Esiti 2025 restituiscono l’immagine di una sanità capace di fare sistema. E di trasformare una rete complessa, distribuita su territori ampi e diversi, in un punto di forza riconosciuto a livello nazionale.

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