Alle urne
Eugenio Giani al voto in una precedente consultazione elettorale
Domenica e lunedì in Toscana si vota per l’elezione diretta del presidente della Regione e per il rinnovo del consiglio regionale. Eugenio Giani, governatore uscente, è il candidato del centrosinistra, sostenuto dal campo largo che schiera le liste di Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle e Casa Riformista.
- Giani, lei ha annunciato investimenti per 200 milioni grazie a Pnrr e fondi complementari per rafforzare la sanità territoriale, tramite la costruzione di 78 case di comunità e 24 ospedali di comunità come strutture per cure intermedie e per le lunghe degenze. A che punto siamo? E come procederà sul disavanzo strutturale e l’addizionale Irpef?
La sanità territoriale è la sfida del prossimo futuro: con case di comunità e ospedali di comunità potremo dare una risposta sul territorio ai bisogni di salute e di cura dove i cittadini vivono, ovunque vivano. Avevamo previsto di realizzare almeno 70 nuove case di comunità, a cui ne abbiamo aggiunte alla fine altre dieci in overbooking. Ventitré è il numero minimo di ospedali di comunità che con i fondi Pnrr dobbiamo realizzare. I lavori procedono ed entro la scadenza prefissata, ovvero tra marzo e giugno dell’anno prossimo, siamo convinti e fiduciosi di riuscire a portare a compimento tutte le opere e rendere funzionanti questi spazi. Sul fronte del disavanzo strutturale e dell’addizionale Irpef rispondo che in Toscana crediamo fortemente nella sanità pubblica universalistica, che rappresenta uno dei pilastri fondamentali dei sistemi moderni di welfare, e la difenderemo. Vorremmo che altrettanto facesse lo Stato.
In questi anni la Toscana ha dimostrato di essere ancora capace di offrire eccellenza e qualità nelle prestazioni, anche oltre i livelli essenziali di assistenza fissati a livello nazionale. Ci impegneremo nell’ottimizzare ancora di più le risorse a disposizione. Ma è evidente che se lo Stato investe sempre meno nella sanità pubblica alla fine la coperta si fa corta.
Come Conferenza delle Regioni abbiamo chiesto di difendere il fondo sanitario. In Toscana abbiamo anche approvato una proposta di legge per il Parlamento in cui chiediamo che il finanziamento dello Stato sia entro il 2027 strutturalmente pari al 7,5 per cento del Pil, il che vorrebbe dire, in tutta Italia, circa quattro miliardi di più l’anno. Ci sono Paesi in Europa che vanno oltre questa percentuale e sfiorano il 10 per cento. Noi abbiamo chiesto di raggiungere, in cinque anni, almeno la media europea.
Eugenio Giani chiede agli elettori di essere confermato alla guida della Regione Toscana
- Ad Arezzo i sindacati denunciano carenze significative di personale sanitario, specialmente Oss e operatori socio-sanitari, che compromettono servizi essenziali. Qual è il suo piano per garantire che ci sia un numero sufficiente di personale e che questo personale sia adeguatamente distribuito sul territorio, anche nelle aree rurali o interne?
Il personale è la risorsa più preziosa del sistema sanitario: vale per i medici, vale per gli infermieri e tutti gli operatori. Purtroppo gran parte dei nodi in cui si aggroviglia oggi la sanità pubblica si dipanano a livello nazionale e se da Roma, si continua a tagliare il fondo sanitario, impedendo così di fare nuove assunzioni o di sostituire chi va in pensione, questo ha un impatto sul lavoro, che diventa più usurante. Abbiamo chiesto e continueremo dunque a chiedere al Governo il superamento del tetto di spesa, al fine di garantire maggiore autonomia nelle politiche di reclutamento rispetto ai nuovi bisogni del servizio sanitario regionale. Vogliamo anche stabilizzare i precari e saranno promosse politiche per la tutela della salute psicofisica del personale sanitario, per garantire un ambiente di lavoro sereno e più stimolante.
La professione dell’infermiere è fondamentale: negli ospedali ma anche nell’assistenza sul territorio che stiamo accrescendo e che costituisce la nuova frontiera, dove peraltro la Toscana ha fatto scuola.
Per le aree interne (ma non solo) abbiamo lavorato sull’infermiere di famiglia prima e ora sugli infermieri Aiuti, figura che si affianca per bisogni immediati ma non emergenziali all’infermiere di famiglia. In questi territori sarà essenziale l’attività delle case di comunità.
Il presidente Eugenio Giani con Elly Schlein, segretaria nazionale del Pd
- I dati dell’Agenzia Regionale di Sanità segnalano che nella provincia di Siena la disponibilità di posti letto per abitante è piuttosto buona. Tuttavia, ci sono zone più interne, come l’Amiata, parte della Valdichiana, la Valdorcia, dove la distanza e la logistica rendono difficile l’accesso a certe cure. Come intende intervenire su queste differenze territoriali nella prestazione ospedaliera?
Il mio obiettivo è garantire a tutti i cittadini, ovunque vivano, le cure giuste. Accanto ai grandi ospedali, soprattutto laddove la geografia e la conformazione del territorio non aiutano, intendiamo così potenziare l’assistenza territoriale per rispondere al meglio ai bisogni di salute dei cittadini.
Lo faremo attraverso gli ospedali di comunità e i posti letto delle cure intermedie oppure, a seconda della patologia, con le case di comunità: tutti strumenti che non intendono sostituirsi ai grandi ospedali ma che consentiranno di rendere più capillare l’assistenza. Naturalmente lo faremo nel pieno rispetto dei decreti ministeriali per la rete ospedaliera (Dm70) e dell’assistenza territoriale e delle cure intermedie (Dm 77).
- La provincia di Arezzo soffre di collegamenti carenti, soprattutto ferroviari, rispetto al resto della Toscana. Quali investimenti o pressioni intende portare a livello nazionale per rafforzare la mobilità dell’Aretino?
L’obiettivo è chiaro, rendere l’Aretino più accessibile, più competitivo e meglio collegato al resto della Toscana e del Paese. Sul versante autostradale proseguono i lavori sulla A1 nel tratto Firenze Sud–Incisa Valdarno, mentre la progettazione della tratta successiva, Incisa–Valdarno, è già all’attenzione del Ministero delle Infrastrutture. Abbiamo più volte sollecitato il Mit ad accelerare l’avvio dell’intervento e la realizzazione delle opere collaterali, come la bretella Le Coste–Casello Valdarno (lotto 2), che completerà il primo lotto già finanziato e realizzato dalla Regione.
Per quanto riguarda la viabilità statale, a fine 2024 è stato approvato il progetto definitivo del lotto 2 del Nodo di Arezzo, tra San Zeno e Selci Lama, insieme alle nuove bretelle di collegamento tra la E78, il raccordo autostradale Arezzo–Battifolle e la SR 71. Sul lotto 1, da Santa Maria delle Grazie a Palazzo del Pero, Anas sta ultimando la progettazione.
Parliamo di opere strategiche per tutto il territorio, con un investimento complessivo che supera i 685 milioni di euro, per i quali chiediamo al Governo di garantire il pieno finanziamento nazionale. Sul piano regionale, abbiamo in corso numerosi interventi in Casentino e Valdichiana, per un valore di circa 40 milioni di euro, che miglioreranno
sicurezza e accessibilità: dalla variante di Cortona alle opere tra Subbiano Nord e Calbenzano, fino alla variante di Santa Mama già completata. Stiamo inoltre studiando ulteriori interventi in Valdichiana, per i quali sarà necessario reperire nuove risorse.
Infine, sul fronte ferroviario, la Regione è pronta a riaprire il confronto con il Governo sulla localizzazione della nuova stazione Alta Velocità Medioetruria a Rigutino, una scelta che darebbe finalmente ad Arezzo una connessione diretta con l’alta velocità.
Inoltre, è in programma la gara per la gestione dell’infrastruttura della linea Sinalunga–Arezzo–Stia, accompagnata da investimenti per il suo ammodernamento.
Giani vuole chiudere al più presto la partita della nuova stazione dell'Alta Velocità
- Arezzo è una provincia con forte vocazione manifatturiera e artigiana (oro, moda, agrifood). Come pensa di sostenere questi distretti nel contesto della transizione digitale ed ecologica e alla luce della vicenda dazi?
Non possiamo permetterci di restare immobili. I dazi imposti da Donald Trump stanno mettendo in ginocchio l’economia globale, colpendo duramente anche le nostre imprese. Non è tempo di attendismi, né di sperare che tutto torni magicamente alla normalità. È il momento di agire, con decisione e con una strategia opposta a quella del protezionismo.
La risposta della Toscana è chiara: aprirsi, investire, innovare. Ricordo che con un bando da 8,5 milioni di euro la Regione ha già aperto le porte alle aziende estere pronte a investire sul nostro territorio. Ma non basta. Per sostenere le imprese toscane nei mercati internazionali, abbiamo fatto un bando da 12 milioni di euro: risorse fondamentali per partecipare a fiere, avviare campagne di marketing, promuovere i nostri prodotti ben oltre il mercato americano. E c’è un ulteriore bando da 30 milioni di euro dedicato all’innovazione di prodotto o di processi produttivi, per rendere le imprese toscane più competitive e pronte alle sfide globali. In totale, 50 milioni di euro messi subito in campo dalla Regione: un piano che ritengo concreto e tempestivo.
- Il territorio senese vive di un turismo di qualità, legato al Palio e al patrimonio culturale e paesaggistico. Come intende valorizzarlo, garantendo allo stesso tempo la tutela delle comunità locali e contrastando lo spopolamento dei borghi?
Non dobbiamo lasciarci attraversare dal turismo, ma dobbiamo governarlo, puntando alla qualità, distribuendo i flussi nel tempo e nello spazio, conciliando gli interessi economici con la qualità di vita nei centri storici.
Il concetto che abbiamo lanciato con la legge sulla Toscana diffusa credo possa essere rilanciato a livello nazionale, declinandolo in Italia diffusa, quella dei piccoli borghi, dei bei paesaggi, dell’enogastronomia. La nostra normativa va nella direzione di liberare dalla morsa quelle mete, uniche, che creano concentrazioni eccessive di visitatori. Parliamo di Firenze, Pisa, Lucca o Siena. Lo sforzo che ci vede impegnati è quello di cercare di indirizzare i turisti oltre che verso queste destinazioni, anche verso la Valdorcia, il Chianti, i borghi, verso paesaggi straordinari, che siano mare o montagna e di cui la Toscana dispone.
Proprio con questo obiettivo stiamo sviluppando, sulla base del Testo unico approvato a fine 2024, una promozione che non avviene più su base provinciale, ma su 28 ambiti, ognuno dei quali ha delle proprie peculiarità che non possono essere racchiuse su base provinciale, appunto.
Occorre sviluppare una visione completa del turismo, che abbraccia la cultura, l’enogastronomia, l’ambiente e il paesaggio, la sostenibilità, l’archeologia industriale. Questo sempre tenendo presente che si tratta di un settore di grande rilievo per la nostra economia, considerato che per la Toscana vale circa il 16-17% di Pil, a fronte di una media italiana dell’11%.
Eugenio Giani con Marco Torre, dg dell'Asl Toscana Sud Est
- Il Senese negli ultimi anni ha accusato diverse crisi aziendali, Beko su tutte. Quali iniziative per rafforzare un territorio che da questo punto di vista sembra sempre più debole?
Siamo e saremo sempre al fianco dei lavoratori, sempre attivi come Regione Toscana e come coalizione per poter risolvere al massimo le crisi aziendali della nostra regione. Su Beko è stato siglato un buon accordo: lo considero una tappa importante ma non un punto di arrivo, bensì di partenza. L’acquisizione dello stabilimento da parte di Invitalia conferma che abbiamo fatto bene a non arretrare mai dalla convinzione che Siena dovesse mantenere un sito industriale e a difendere con fermezza questa posizione. Ora l'impegno si sposta sulla ricerca di un investitore che abbia le energie e la volontà di presentare un piano di reindustrializzazione dello stabilimento. La Regione seguirà attentamente ogni passaggio accompagnando un percorso che vogliamo si concluda con un solo risultato: che questo sito torni a dare lavoro e occupazione e Siena. D'altra parte la situazione della ex Whirpool, che all'inizio della crisi occupava circa 300 lavoratori, è stata costantemente monitorata dal tavolo di salvaguardia della Regione attraverso un confronto continuo con le organizzazioni sindacali. L'impresa sta vivendo i suoi momenti di crisi ma ci sono 10 offerte che noi, come Regione Toscana stiamo visionando al fianco degli advisor. C'è la ferma volontà e la capacità di porsi al servizio della ripresa, attraverso una forma di sviluppo industriale diversa dagli elettrodomestici e verso una dimensione che trovi un mercato in grado di risollevare le sorti, impegnare coloro che lavorano in quello stabilimento e dare speranza al futuro di Siena.
Giani con le presidenti di Umbria e Sardegna, Stefania Proietti e Alessandra Todde
- In una regione come la Toscana, spesso percepita divisa tra città e province, come garantirebbe che territori come Arezzo e Siena abbiano lo stesso peso politico e le stesse opportunità di Firenze o Pisa?
Direi che anche questo è un impegno che abbiamo portato avanti e dimostrato nella legislatura trascorsa, che ha visto un lavoro costante su tutti i territori, animato da una visione della Toscana nella sua interezza. Non a caso una delle leggi più importanti è stata quella sulla Toscana diffusa, con cui abbiamo voluto far contare di più quei borghi e quei territori che finora avevano ricevuto meno attenzione. La Toscana ha straordinarie opportunità da cogliere ma a condizione che sappia fare gioco di squadra, forte di tutte le sue identità e differenze.
giuseppe.silvestri@gruppocorriere.it
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