Il commento
Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo
Ad Arezzo la conferenza stampa di fine anno della giunta Ghinelli ha il sapore dell’ultimo giorno di scuola. Stavolta più che mai, considerato che non ce ne saranno altre, con la consiliatura ormai agli sgoccioli e gli aretini chiamati in primavera a scegliere il nuovo sindaco. I volti sono sorridenti e distesi, persino divertiti, pronti alla battuta: come quando, per il lieve ritardo dell’assessore Casi (Lavori pubblici), un collega scherza: “Sarà caduto in una buca...”. Un clima sereno (almeno all’apparenza) per una squadra giunta all’ultimo sprint, in cui diversi sanno già che non avranno ruoli nella prossima amministrazione, anche in caso di nuova vittoria del centrodestra.
Alessandro Ghinelli verso la fine dell'esperienza di sindaco
Il sindaco introduce i lavori, poi parlano tutti. La regola prevede di non superare i tre minuti, ma a rispettarla è soltanto l’assessore Sacchetti, che chiude in 2’37’’ e si guadagna un fragoroso applauso. Dopo un lungo elenco di obiettivi centrati, programmi rispettati, sorprese positive, elogi reciproci e autocompiacimenti vari, il sindaco riprende la parola e tira le somme, lanciando più di un messaggio. Il primo è chiaramente indirizzato ai partiti: “Nell’aver ascoltato i miei collaboratori avete colto differenze politiche? Penso di no. Quando si sta seduti da questa parte del tavolo, non ci si dimentica certo della provenienza, ma la si stempera nella responsabilità di guidare una città da un punto di vista più amministrativo che politico”. Ghinelli ringrazia i suoi assessori, la macchina amministrativa e tecnica (“oliata e ben funzionante, pur con i suoi difetti e criticità”) e il “convitato di pietra”: il segretario generale Alfonso Pisacane (“guida della parte amministrativa”).
Frecciate all'opposizione e messaggi ai partiti di centrodestra
Non manca un po’ di pepe. Come nella bordata all’opposizione sulla polemica relativa al nuovo comandante della municipale: “È la scelta più trasparente. La minoranza avrebbe potuto obiettare su un affidamento diretto, ma non sul concorso. Ringrazio il Signore di aver avuto questa opposizione”. O quando parla di futuro e si rivolge alla sua coalizione: “Mi ritengo una risorsa del centrodestra italiano. Sono disponibile per qualsiasi ruolo, a patto che mi piaccia”. Rivendica i successi in campo culturale (“Siamo passati dalla cultura della destra aristocratica a quella della destra sociale”) e stringe con orgoglio la soluzione dell’area Lebole acquisita da Patrizio Bertelli (“Mio merito personale”). Bene sindaco, ma c’è qualcosa che non è stato fatto o non è andato nel verso giusto? Ghinelli riflette. Cita il caso di via Filzi, che però considera avviato a soluzione, e quello di via Fiorentina, ma anche per questo spiega che “siamo a buon punto”. Alla fine un piccolo neo emerge: “Forse non abbiamo speso abbastanza energie sui rapporti con i giovani. Per loro dovevamo avere più cuore, più attenzione”. Un po’ di autocritica, in fondo, non guasta mai.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy