Tennis
Carlos Alcaraz, numero due del tennis mondiale
Dopo la sconfitta nella finale di Wimbledon, Carlos Alcaraz è pronto a tutto per cercare di tornare a battere Jannik Sinner nella partita decisiva che assegna il Cincinnati Open. In campo porterà di tutto. Non solo la sua grinta, la sua preparazione atletica, i suoi colpi da fenomeno e la sua capacità di resistenza al caldo. Porterà con se quelli che considera preziosi amuleti e strumenti estremamente personali. Il primo è la piccola immagine della Madonna della Fuensanta, patrona di Murcia, la città che lo ha visto crescere. È un dono della nonna, che lo ha convinto a tenerla sempre con sé, trasformandola nel suo talismano più prezioso. “Ha insistito perché la portassi sempre con me ed eccola qui”, ha raccontato lo stesso Carlitos, mostrandola persino ai dirigenti di un noto marchio francese durante un tour in Asia. È un gesto semplice, ma rivela la dimensione più intima di un ragazzo che nonostante i trofei continua ad aggrapparsi agli affetti familiari.
Alcaraz mostra l'immagine della Madonna della Fuensanta
Accanto all'immagine della Madonna, nella borsa trovano spazio anche altri oggetti che hanno assunto nel tempo il valore di portafortuna. Non è raro scoprire che tra le sette racchette che lo accompagnano in ogni torneo si nasconda un guanto da golf, sport che ama praticare quando vuole staccare la spina dal tennis e che è diventato un compagno silenzioso dei suoi viaggi. Lo stesso si può dire delle scarpe Nike dai colori sgargianti, che molti tifosi hanno ormai imparato a riconoscere come una sorta di feticcio, o del Rolex Cosmograph Daytona in oro giallo con quadrante in meteorite: l’orologio con cui ha sollevato il suo primo Roland Garros è diventato un simbolo personale di buona sorte, tanto quanto di successo, anche se a volte cambia modello, visto che del prezioso marchio è ambasciatore.
Ma Alcaraz non si affida soltanto a oggetti dal valore affettivo o simbolico. Sul campo lo si vede spesso con una fascia di compressione al braccio, utile per proteggerlo e migliorare la circolazione, che è diventata quasi parte del suo rituale pre-partita. Durante i cambi di campo, invece, non rinuncia ai sali di ammoniaca, inalati per aumentare il livello di concentrazione ed energia: un gesto curioso che aggiunge un tocco di eccentricità al suo repertorio. Ci sono poi i tatuaggi, piccoli segni sulla pelle che ricordano date cruciali della sua carriera, e gli oggetti legati ai marchi che lo sponsorizzano, come Nike o Bmw, simboli di un successo che non è soltanto sportivo ma anche mediatico. Tutti elementi che, messi insieme, raccontano un tennista che ha già vinto molto ma che non smette di coltivare superstizioni e rituali, come se il talento da solo non bastasse.
Uno degli ormai classici Rolex di Carlos Alcaraz
Ed effettivamente per il momento tutto ciò non basta, visto che in cima alla classifica Atp c'è il suo amico-rivale: Jannik Sinner. Alcaraz ha detto chiaramente e in più di una occasione che vuole riconquistare il primo posto. Ovviamente per farlo deve superare l'azzurro ed è per questo che è pronto a ricorrere a tutte le sue capacità, ma anche ad amuleti, scaramanzie e gesti ripetitivi. Carlos Alcaraz è così: un campione moderno che non rinuncia a portare in campo i ricordi della propria infanzia, i doni di famiglia e i piccoli gesti che lo fanno sentire più forte. Un ragazzo che corre veloce verso il futuro, ma che non dimentica mai la Madonna della Fuensanta nascosta nella sua borsa. Dall'altra parte però c'è Jannik Sinner, un ragazzo della sua stessa età, dal carattere di ferro, la capacita di concentrazione oltre ogni immaginazione e la voglia costante di continuare a crescere. Se la vedranno uno contro l'altro, ancora una volta, con la voglia di alzare il trofeo.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy