Sabato 06 Settembre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

L'intervista

Arezzo, Alessandro Ghinelli: "In 10 anni la città è rinata". L'analisi, i successi, i rimpianti, le frecciate, le critiche. Il sindaco si racconta e parla del futuro

"Il centrosinistra? E chi lo sveglia. Il candidato del centrodestra? Vi dico come deve essere. Il mio futuro? No a poltrone inutili. E il saluto di Elon Musk..."

Giuseppe Silvestri

25 Gennaio 2025, 09:07

Alessandro Ghinelli

Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo dal 2015

Dall’alto dei suoi dieci anni da sindaco di Arezzo, che diventeranno undici la prossima primavera, a causa della rivoluzione delle date elettorali causata dal Covid, Alessandro Ghinelli gode di una posizione privilegiata per osservare i movimenti e i giochi politici aretini e non solo. Posizione meritata. Perché non è facile amministrare una città che in dieci anni viene travolta da una serie di tsunami (Banca Etruria, Covid, fallimento Arezzo Calcio, per citarne tre) e puntualmente armarsi di pazienza, impegno e fatica per ricostruire pezzo dopo pezzo. Se poi la città l’hai ereditata quando non era in perfetta forma, tutto diventa più complesso, ma il tuo lavoro avrà un valore ben diverso a distanza di qualche anno, quando a parlare saranno i ricordi e non le solite polemiche spicciole. L’osservatorio di Alessandro Ghinelli, però, è privilegiato anche per un altro motivo, non affatto secondario rispetto al primo: il sindaco non ha nulla da chiedere. Entrato nell’ambita cerchia di chi vive con il vitalizio garantito da decenni di lavoro (dicesi pensione), non ha certo bisogno di incarichi, poltrone e poltroncine, come purtroppo accade sempre più spesso ai protagonisti della politica che considerano la stessa più un lavoro che una missione sociale. Una posizione ideale, dunque, per togliersi qualche sassolino dalle scarpe, esaltare i risultati ottenuti, dispensare un paio di medaglie, ma senza risparmiarsi autocritiche, lanciare messaggi più o meno cifrati e godersi le gomitate e gli sgambetti che hanno già iniziato a tirarsi coloro che sognano un domani con la fascia tricolore. Ma il futuro di Alessandro Ghinelli? Quali saranno le sue scelte personali? Per ora tutto può serenamente restare nel limbo. Non c’è alcuna fretta.


Una fase dell'intervista al sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli

- Sindaco, ormai siamo a un passo dalle elezioni regionali. Come valuta questa delicata partita dal suo punto di vista?

Una battaglia durissima in cui il centrodestra secondo me ha limitate speranze di riuscire a vincere. Per provarci deve mettere in campo tutto ciò che ha. Quando dico tutto mi riferisco anche a quella fortissima componente civica che è in grado di mobilitare i cittadini di centro che normalmente non vanno a votare e quando lo fanno scelgono in maniera svogliata il Partito Democratico. Se con il civismo si lavora bene, si ottengono ottimi risultati, come è accaduto con le mie elezioni del 2015 e del 2020, figlie di una componente non propriamente di centrodestra. Del resto è sufficiente guardare le Europee: il centrodestra da solo in Toscana è perdente, e con una legge elettorale con soglia di vittoria al 40%, il risultato è quasi scontato. Penso che le possibilità siano scarse, ma non nulle, quindi ce la dobbiamo mettere tutta per cercare di cambiare passo.

- Lei alle Europee ha accettato di spendersi per una candidatura di bandiera. E’ pronto a impegnarsi anche per le Regionali?

Ho detto a più di una persona che sono disponibile per ruoli o impegni che prevedono una “messa a reddito” del mio potenziale e della mia esperienza decennale di sindaco. Se il centrodestra ritiene che io sia una persona da spendere per ottenere risultati, ovviamente ci sono. Ma non vado a chiedere niente a nessuno. Sono stato sindaco per due mandati e penso di averlo fatto bene. Non potrò tornare a insegnare ai miei studenti perché sono andato in pensione ed è la cosa che più mi è pesata in questo decennio, oltre a rinunciare a buona parte della mia vita privata. Quindi tornare a essere un cittadino libero da impegni non mi pare il vero. Se invece qualcuno pensa che ho un valore da mettere a frutto, ne possiamo parlare, come ho fatto per le Europee. Ricordo ancora che la componente civica è fondamentale, ma appena esci dalle città metterla a valore diventa complicatissimo. I partiti considerano il civismo come un soggetto che erode loro consensi da dentro. In parte è così, ma il grande vantaggio, la grande opportunità è mobilitare forze positive di cittadini che non hanno bisogno della politica per campare e che si vogliono dedicare alle sorti della propria terra.

- Da più parti si continua a ritenere necessario un partito di centro. Lei cosa ne pensa?

Di certo non con Matteo Renzi. Un soggetto di centro potrebbe sicuramente aiutare il centrodestra a trovare vittorie che in caso contrario sono precluse in territori ancora sostanzialmente legati alla sinistra storica, ma alla fine sarebbe sempre un soggetto che deve strizzare l’occhio a destra se vuole imporsi. Io invece continuo a sperare in un grande partito conservatore, quella Casa delle Libertà che aveva fondato Silvio Berlusconi. Qualche tempo fa me lo aveva proposto Matteo Salvini, mi disse di tenermi pronto perché avrebbe dato vita al partito conservatore, poi non è stato così. Spero che ci si arrivi in un prossimo futuro, ma purtroppo non credo sia imminente.

- Torniamo sulla maratona elettorale. Subito dopo le Regionali si voterà per il Comune di Arezzo. Nelle scorse settimane in una intervista lei è stato protagonista di un endorsement a favore della sua vicesindaca Lucia Tanti…

Mi è stato chiesto secondo me chi è attualmente il miglior candidato e non posso dire altro che il mio vice, perché darebbe continuità assoluta a quella che è stata la politica vincente degli ultimi dieci anni. La partita per il Comune è altrettanto complicata, meno delle Regionali, ma comunque molto impegnativa.


Ghinelli e le sfide di dieci anni da primo cittadino di Arezzo

- Secondo lei i partiti, in particolare Fratelli d’Italia reduce da un ottimo risultato alle Europee, saranno disposti a fare ancora un passo indietro? Capiranno, come lei sostiene, che il civismo può risultare di nuovo decisivo?

Se capiranno, se condivideranno, non lo so, certamente il tema va posto. Per me è essenziale sostenere che il candidato a sindaco delle prossime elezioni deve essere il più forte del centrodestra, in grado di aggiungere consensi a quelli strettamente appartenenti all’area politica di centrodestra: i voti di Forza Italia, Fdi e Lega, pur sommati, non superano il 50%. Occorre aggiungere qualcosa, cosa che può fare soltanto un candidato forte, riconosciuto come leader.

- Arezzo è pronta per una sindaca?

Assolutamente sì.

- Voltiamo pagina. In questi mesi che restano prima della fine del suo mandato, quali sono i risultati più importanti che vuole ottenere?

Sicuramente dare avvio ai veri lavori di realizzazione dell’intersezione tra la tangenziale e via Fiorentina, che da sindaco non vedrò conclusi. E’ una infrastruttura necessaria sulla quale abbiamo perso molto tempo e che ora deve partire. Siamo in grado di farlo perché c'è la provvista economica e sono stati risolti i problemi dei sottoservizi. Per onestà intellettuale il secondo obiettivo è risolvere la vicenda della caserma della polizia locale che deve uscire dal limbo prima che finisca la mia esperienza. Dobbiamo inoltre consolidare un risultato già ottenuto: l’appetibilità di Arezzo sul fronte turistico. La nostra ora non deve essere vista solo come la città del Natale. La grande mostra sul Vasari, che sta avendo un successo oltre ogni aspettativa, lo conferma senza più alcun dubbio. Arezzo può essere un riferimento, aspetto che va consolidato, stringendo ancora di più il rapporto tra il mondo imprenditoriale e della produzione e quello dell’arte e della cultura. Chiunque sarà il prossimo sindaco, non potrà prescindere da questo link fondamentale.

- Forse è ancora presto per dirlo, ma che differenza c’è tra la città che lascia e quella che aveva trovato?

Quando sono stato eletto, Arezzo era ripiegata su se stessa. Triste. I primi sei mesi sono stati durissimi, con l’azzeramento di Banca Etruria e il timore che non saremmo riusciti a superare le difficoltà che ci poneva il mondo della produzione. Invece gli aretini sono stati bravi, hanno fatto di necessità virtù e si sono proposti istituti bancari che in qualche modo si sono sostituiti alla banca del territorio, con un rapporto diretto con i cittadini e gli imprenditori, di certo non i grandi gruppi bancari. Sono state le banche più piccole a interessarsi dei rapporti con le imprese, degli imprenditori e della gente.


Il sindaco Alessandro Ghinelli con la sua vice, Lucia Tanti

- Sono trascorsi dieci anni, ma il centrosinistra pare essere ancora addormentato...

E chi lo sveglia?

- Circola il nome di Vincenzo Ceccarelli come candidato a sindaco.

E io dico: bene. Sarebbe un buon avversario. (E sorride, ndr).

- Ha un rammarico? Un rimpianto? Su cosa l’Amministrazione poteva fare meglio?

Più di uno. Il principale è sicuramente sulle opere pubbliche. Si poteva fare di più e meglio. Nel primo mandato, complice il Covid, abbiamo impiegato troppo tempo per alcune realizzazioni e ciò non denota una efficienza particolare nel sistema politico e tecnico che sovrintende al settore. Dal 2020 ce l'abbiamo messa tutta, recuperando situazioni che ormai erano compromesse, ma sicuramente c’è stato un errore iniziale: i cantieri non hanno trovato la strada giusta.

- Quale invece la soddisfazione maggiore?

Sicuramente aver sfondato il muro della dimensione culturale di Arezzo. La città ora è consapevole dei suoi mezzi e delle sue caratteristiche. Sa di avere un peso internazionale che prima non aveva. Giro l’Europa e personaggi di rilievo sanno dove è Arezzo, cosa si fa ad Arezzo, perché visitare Arezzo. Le dimostrazioni più belle le ho avute dai sindaci delle grandi città del nord Europa che ho scoperto essere venuti nella nostra Arezzo e avere voglia di tornarci. Un esempio su tutti il sindaco di Dresda che me lo disse durante una call EuroCity. Quello del sindaco resta un gran mestiere, se lo riesci a interpretare in maniera corretta.

- Secondo lei sono sufficienti due mandati.

Sì, è un impegno che sfibra. Un altro mandato non me la sentirei di farlo perché occorrono energie importanti.


Il sindaco Ghinelli con la Chimera, simbolo di Arezzo

- E’ però un peccato che spesso si perdano esperienze tanto importanti. Chi ha studiato da sindaco può essere fondamentale in altri ruoli, soprattutto in un centrodestra in cui la classe dirigente deve ancora crescere di numero e qualità.

Concordo. Io non so quale potrà essere il mio destino dopo il giugno 2026. Ripeto, se il centrodestra ritiene che io possa ancora fare qualcosa di utile tra Arezzo, Toscana o Roma o dovunque sia, sono disponibile. A patto che sia interessante. Ad esempio fare il consigliere regionale di opposizione per me sarebbe una noia. Pigliare soldi per non fare quasi niente non mi interessa. Meglio impegnarsi in una Fondazione culturale.

- Cosa ne pensa della nomina di Marco Torre a direttore generale della Asl Toscana sud est?

Sull'uomo non ho nulla da dire, sulla competenza professionale nemmeno, ma il metodo non mi è piaciuto. Peccato perché quello di Torre era proprio il nome su cui potevano convergere tutti i sindaci dei capoluoghi. Se me l’avessero proposto avrei detto sì, andava bene ad Antonfrancesco Vivarelli Colonna e credo anche a Nicoletta Fabio, ma non è bello che un sindaco legga sui giornali chi gestirà la sanità della sua città.

- Ultima domanda, una curiosità personale: cosa ne pensa del saluto romano di Elon Musk nel giorno dell’insediamento di Donald Trump?

Guardi, ce l'ho sul telefonino, me lo hanno mandato subito dagli Stati Uniti. Ha esagerato. Non so nemmeno se si è reso conto davvero di quello che ha fatto. Probabilmente no. Sia chiaro, non voglio che questa sembri una giustificazione. Un uomo che ha tutto quel potere nelle sue mani e che cerca di acquisirne ancora di più, scivoloni come questi non se li può permettere. E se può, la cosa è ancora più grave”.

giuseppe.silvestri@gruppocorriere.it
Instagram: GiusSil

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie