Sabato 06 Settembre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

Il contributo

I Papi, Ciampi, la Giostra: don Alvaro e il 40° del quotidiano di Arezzo: "Galoppa, galoppa o mio bel Corriere"

don Alvaro Bardelli

13 Aprile 2025, 06:34

don Alvaro Bardelli

don Alvaro Bardelli

Mi unisco anch'io alla festa dei 40 anni del Corriere, un giornale amico molto vicino nei momenti importanti, lieti e tristi, della mia permanenza ad Arezzo.

Mi si chiede di dare una valutazione del cambiamento di Arezzo visto da quassù; dalla cattedrale.

Sono venuto ad Arezzo nel 1992, nominato da Mons. d'Ascenzi, contro mia voglia, parroco della Cattedrale.

Stavo bene a Cortona, nella bellissima chiesa del Calcinaio. Alla terza richiesta dissi di sì e venni ad Arezzo considerato, come prevedevo, un extracomunitario venendo io da Cortona allora ancora un'altra Diocesi. La mia prima meraviglia, venendo da una chiesa capolavoro del Rinascimento, dove ogni giorno ricevevo molti visitatori, di cui alcuni molto illustri, fu di non vedere turisti nella cattedrale. Il turismo incominciò molto dopo con i restauri degli affreschi di Piero in San Francesco. Una città allora ancora ricca e prospera senza particolari povertà e, a parte alcuni tossici storici, nessuna situazione di degrado come ai nostri giorni. Arezzo aveva ancora le sue aziende storiche che avevano fatto grande e ricca la città.

I fiori davanti alla Madonna del Conforto nel giorno della festa hanno segnato la storia economica di Arezzo. Ancora facevano bella mostra di sé le composizioni dei vari reparti Lebole e poi i nomi di tante ditte orafe e del tessile inesorabilmente scomparse. Ho visto l'alternanza politica di almeno 5 sindaci di destra e sinistra; altrettanti presidenti di provincia, 5 vescovi e almeno una ventina di rettori dei vari Quartieri e in questi 33 anni, purtroppo, almeno la scomparsa di circa 300 preti.

Ho accolto due Papi, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, come parroco della Cattedrale, forse l'unico nella storia di Arezzo. Eccezione fatta per quello del 1276 che forse ospitò Gregorio X morente e forse il successore Innocenzo V eletto Papa nel palazzo vescovile di Arezzo nel primo vero conclave della storia.

Per la visita di San Giovanni Paolo II nel 1993, la Madonna del conforto raggiunse lo Stadio in elicottero decollato dal Prato e come scorta d'onore ebbe la squadra di calcio del duomo.

Al ritorno più semplicemente salì sulla mia attuale macchina e tornò in Cattedrale. Visto che quel luogo è stato santificato dalla presenza della Madonna sarebbe bene non sentircene altre di madonne.

Ritengo una fortuna aver partecipato e in parte organizzato la grande Peregrinatio Mariae del 1995 attraverso tutta la nuova diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e di aver portato la festa della Madonna fino a mezzanotte, quando prima finiva con il pontificale delle 18. Memorabile la grande processione conclusiva del centenario con tutte le compagnie terminata con la messa in Piazza Grande. Ho ricevuto la visita di 3 Presidenti della Repubblica di cui quella di Ciampi in un momento doloroso: i funerali di Stato dell'agente di Polizia Emanuele Pietri ucciso dalla brigate rosse. Ricordo le interminabili riunioni con i capi del cerimoniale del Quirinale e del Ministero dell'Interno per decidere chi dovesse stare nella prima panca troppo stretta per tutti; questione risolta con il mio suggerimento di allungare la panca e così alle 2.30 di notte fu svegliato un falegname per costruire una prolunga che aumentasse i primi posti.

Nella sagrestia della Cattedrale alla vedova fu consegnata la medaglia d'oro alla memoria direttamente dal Presidente che, trovando qualche difficoltà nell'appuntarla, fu puntualmente rimproverato dalla moglie perché non si faceva aiutare. Ho ricevuto principi arabi ereditari direttamente discendenti dal Profeta. Mi è mancata solo la Regina di Inghilterra, in compenso quando ero al Calcinaio, ho ricevuto la Regina Madre con l'autista-maggiordomo impaziente perché: “Se Quella si mette a chiacchierare non viene più via”. Proprio vero il detto “Ogni grand'uomo è piccolo per il suo maggiordomo”.

Un fatto determinante che ha cambiato la geografia della città è stata la costruzione delle scale mobili. Di fronte all'isolamento domenicale quasi permanente della Cattedrale dovuto alla fiera, domeniche ecologiche, varie mostre e manifestazioni al Prato, fu deciso di offrire al Comune il passaggio attraverso la proprietà della Cattedrale per un accesso a nord alla Città.

Il progetto che prevedeva anche un grande museo storiografico da finanziare con fondi europei fu presentato alla giunta che in quel momento aveva in mente altre soluzioni. La giunta successiva riprese l'idea e con un nuovo progetto di scale mobili ha rimesso al centro la Cattedrale con tutti gli edifici storici del colle di San Pietro. Con un contratto trentennale la Cattedrale ha messo, con qualche sacrificio, a disposizione della città le sue pertinenze gratuitamente.

Sempre per quanto riguarda la Cattedrale penso di aver favorito un legame importante del mondo della Giostra con il Duomo. Un tempo la Giostra si fermava alla scalinata della Cattedrale e mai bandiera o vessillo era entrato all'interno. Si cominciò nel 1996 con la lancia dedicata alla Madonna del Conforto nel secondo centenario della Manifestazione. Veramente era stata fatta la richiesta di una giostra straordinaria, ma il consiglio comunale rigettò la proposta e si ripiegò su una lancia dedica alla Madonna. La lancia d'oro entrò per la prima volta nella cappella della Madonna e vi ritornò con il Quartiere di Santo Spirito che terminava così un lungo digiuno di oltre 20 giostre per iniziare un futuro totalmente diverso. Il Quartiere che in settimana era venuto da Saione portando un grosso cero per chiedere la vittoria ora vi tornava in massa con tanta commozione e gratitudine. Forse l'unica volta di un “Te deum” veramente sentito.

In quell'occasione chiesi al Quartiere due gesti di ringraziamento: costruire nel proprio territorio un'edicola alla Madonna del Conforto e di non bestemmiare almeno per un anno. Dalla modesta realizzazione del primo voto suppongo che anche il secondo avrà avuto vita breve. È seguita l'offerta dei ceri al Beato Gregorio X e da ultimo la partecipazione alla festa della Madonna con l'omaggio dei Quartieri e delle varie componenti della Giostra ormai divenuto appuntamento canonico. Ormai tutti questi momenti, come la Lancia d'oro portata in duomo dal Quartiere vincitore, per la maggior parte dei ragazzi è come se fosse da sempre, ma tutto ha avuto un inizio in questi ultimi trent'anni. Non ultimo il legame della squadra di calcio con la Cappella della Madonna, dove è ormai tradizionale l'omaggio nel giorno della festa e tanti altri momenti non ufficiali ma forse più sentiti, come da ultimo la presenza della Madonna sulla maglia della squadra. In tempi in cui la società civile si allontana sempre più dalla Chiesa questa controtendenza aretina, al parroco della Cattedrale e della Pieve non può che far piacere.

Giostrescamente: “Galoppa, galoppa, o mio bel Corriere!”

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie