Arezzo
Ha patteggiato 3 anni e un mese di reclusione l'albanese coinvolto nel giro di droga per la movida, arrestato a novembre 2024 nell'ambito dell'operazione Cleaning, ovvero pulizia, con smercio di sostanze tra Arezzo e Città di Castello. Era stato già condannato per un omicidio avvenuto 14 anni fa ad Olmo, davanti all'ex Trocadero, in una sfida armata tra bande rivali. Si trovava in regime di messa alla prova e per aver violato le restrizioni fu rimesso in carcere.
Cinque i patteggiamenti definiti stamani, giovedì 29 maggio, davanti al giudice Claudio Lara. Gli altri hanno chiuso il procedimento con sentenze che vanno da 4 anni e mezzo ad una pena inferiore ai due. E.C., l'omicida, difeso dall'avvocato Antonio Mastrota, è in cella. Tra i difensori l'avvocato Alessandro Serafini. Altri sono agli arresti domiciliari o con obblighi. Oltre a coloro che hanno scelto il patteggiamento per ridurre l'entità della pena, ci sono ulteriori posizioni di persone accusate sempre per detenzione ai fini di spaccio, che hanno scelto il rito ordinario.
L’operazione Cleaning, avviata nell’ottobre 2023 e proseguita fino ai mesi scorsi, è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Arezzo ed è stata portata avanti dagli inquirenti con il supporto di sofisticate tecniche investigative come intercettazioni telefoniche, telecamere nascoste, gps, cimici e pedinamenti Le indagini si sono concentrate su un’organizzazione composta da italiani e albanesi, attiva tra Toscana e Umbria, in particolare nelle zone di Arezzo, Valdarno, Montevarchi, Cavriglia, Castiglion Fiorentino, Città di Castello (Perugia) e Montepulciano.
I risultati: 12 misure cautelari eseguite: 8 persone in carcere, 2 ai domiciliari, 2 con obbligo di firma, 20 persone complessivamente indagate per spaccio di droga, con almeno 4 già in carcere, 70 clienti identificati e segnalati alle autorità, 10 persone arrestate in flagranza di reato durante le indagini.
I sequestri sono stati ingenti: 2 kg di cocaina, 62 kg di hashis, 17 kg di marijuana, quasi 15.000 euro in contanti. Le prove raccolte hanno portato alla formulazione di 30 capi d’imputazione per violazione dell’articolo 73 del D.P.R. 309/90 (detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti), contestati a 16 indagati.
Tra i coinvolti, appunto, il 35enne albanese che alla vista della pattuglia in via Calamandrei scappò per poi costituirsi il giorno successivo. Nel periodo in cui era fuori dal carcere, secondo l'accusa, aveva esercitato l'attività di spaccio. Una ricaduta nel crimine dato che il 19 ottobre 2010 a Olmo, dopo la partita di Champions tra Milan e Real Madrid, quando cadde a terra colpito da una coltellata il 25enne rumeno Aron Catalin, che morì in ospedale, lui avrebbe esercitato un ruolo attivo. C'era stato uno scontro tra sei, sette persone. Le indagini portarono all'individuazione degli autori. C'era stato anche un altro ferito grave. Nei processi successivi, tra i condannati, appunto, l'allora ventenne albanese. Le pene inflitte, con abbreviato, erano di 18 anni di reclusione.
Quanto alla rete di spaccio definita operazione Cleaning, si valuta in un milione di euro il business nel giro di un anno. “La delinquenza era diventata il loro abituale stile di vita”, scrisse ad aprile il gip Stefano Cascone nell’ordinanza che disponeva le misure cautelari. Oggi cinque patteggiamenti.
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