Arezzo
Pellegrinaggio movimentato in Terra Santa
Il vescovo Migliavacca oggi era atteso a Camaldoli per il giubileo degli educatori e catechisti, con la celebrazione domenicale. Non ci sarà. Ieri sera infatti si trovava ancora ad Amman insieme agli altri sei aretini del pellegrinaggio in Terra Santa (una trentina di toscani) che venerdì ha subito il brusco cambio di programma per l’inizio della guerra tra Israele e Iran. Forse oggi potrà avvenire il rientro in Italia, ma al momento di andare in stampa non c’è certezza. Ieri i primi tre appartenenti al gruppo della Toscana sono tornati in Italia con un volo su Roma, per oggi è annunciato il ritorno del cardinale Lojudice. Situazione fluida, ora dopo ora, in un clima nonostante tutto di serenità. “Sì, abbiamo visto passare sui nostri cieli molti missili e droni, si percepisce la guerra, ma non c’è pericolo locale, reale” rassicura Andrea Migliavacca con un video dalla Giordania.
“Qui siamo accolti e accompagnati con grande attenzione”, aggiunge il vescovo riferendo il programma della giornata: visita di Amman e poi del monte Nebo, quello dal quale Mosè vide la Terra Promessa prima di morire.
Con Migliavacca, nei luoghi santi ci sono anche don Luca Lazzari, parroco di San Domenico, il giornalista di Tsd Luca Primavera, Nicholas Spertilli, seminarista che a fine mese sarà ordinato sacerdote, Marco Rossi, Francesco Cioni, Donald Pooda.
L’altro giorno, dopo l’attacco di Israele a Teheran, hanno dovuto lasciare il Paese e raggiungere con un pullman di fortuna la capitale della Giordania. Annullato il volo per l’Italia da Tel Aviv per la chiusura degli spazi aerei.
“Un pellegrinaggio intenso, ricco, con finale a sorpresa” sottolinea Migliavacca, con accenti di speranza, sottolineando gli aspetti comunque positivi della complicata trasferta mediorientale. “Noi vescovi della Toscana con le nostre Chiese qui a portare un segno di presenza, di vicinanza, per i cristiani che sono da tutelare e sostenere, per richiamare l’impegno, il bisogno, la necessità della pace, anche in una situazione di grande difficoltà come questa.”
Preziosa la visita ai luoghi della Terra Santa: “le pietre vive, fondamenta della memoria delle radici della nostra storia cristiana: i luoghi di Gesù”. E ancora, un messaggio rasserenante: “La situazione da noi è tranquilla, stiamo tutti bene, non corriamo alcun pericolo, non c’è clima di guerra. Anche se la sirena suona pure qui in Giordania quando c’è un attacco verso Israele. Grazie per la vicinanza di tanti che si sono fatti vivi preoccupandosi per noi. Siamo in sicurezza”. Il ritorno? “Forse domani (oggi ndr.)” dice nel video Migliavacca.
Luca Primavera nel tardo pomeriggio ci aggiunge altre annotazioni: “Una giornata piena, iniziata con le lodi mattutine, punteggiata da incontri con le realtà locali, sempre guidati dai frati della custodia di Terra Santa, che hanno tantissimi contatti. E abbiamo incontrato anche don Mario Cornioli, originario di Sansepolcro, affidato al patriarcato latino di Gerusalemme che ha fondato qui un’associazione”.
Orecchio teso all’evolversi del conflitto, ma ore dense di incontri proficui e di conoscenza: “Oggi abbiamo visto il centro di Amman e conosciuto la storia di questa città. Particolare la visita al monte Nebo, nel pomeriggio, dove è morto Mosè e c’è un santuario. Abbiamo celebrato l’eucarestia. La situazione è tranquilla - conclude Primavera - ed è come se il pellegrinaggio proseguisse in luoghi legati dallo stesso tessuto storico e biblico”.
Una Terra Santa con un soffio di eterno e il sibilo della guerra.
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