Arezzo
Le Iene vestono Lebole
Textura ottiene dal tribunale l’omologa al concordato preventivo in continuità, si mette alle spalle gli spifferi gelidi della crisi e può proseguire la sua attività nel settore moda. Forte anche del valore del marchio storico Lebole, che andrà in vendita solo se i flussi in entrata non dovessero essere quelli programmati. Ma se ne riparlerà tra oltre tre anni. Sono 46 i mesi entro i quali secondo la procedura deve compiersi il risanamento dell’azienda di Castiglion Fibocchi.
Textura, alcune decine di dipendenti, ha mostrato anche alla recente edizione di Pitti tutta la sua vitalità e potenzialità. I conti si erano appesantiti per una serie di motivi, ma la proposta di rientro ha ottenuto il placet dell’assemblea dei creditori, non unanime ma larghissimo. Da un lato la previsione di flussi di risorse provenienti dall’attività nella moda, dall’altro gli incassi per la vendita di immobili e di marchi (attualmente sono Caesar 1935, City Time e appunto Lebole) hanno consentito di proporre ai creditori chirografari una media di restituzione intorno al 75 - 80%.
Il tribunale di Arezzo, ufficio procedure concorsuali, ha riscontrato serietà e attendibilità del progetto, elaborato nel periodo in cui su Textura (rappresentata dall’avvocato Stefano Tenti) hanno vigilato i commissari Alessandro Benocci, professore di diritto commerciale all’Università di Pisa, avvocato, e Manuel Cesari, dottore commercialista. L’udienza per l’omologa si era tenuta il 26 giugno, ieri il provvedimento dei giudici che mette nero su bianco la svolta. Sospiro di sollievo per il personale. Textura opera tra lo stabilimento di Castiglion Fibocchi e quello della controllata in Romania.
Una realtà imprenditoriale di rilievo che attraverso i decenni ha tenuto viva la tradizione aretina incentrata sulla Lebole. Textura nacque nel 1968, fondata da Attilio Lebole, figlio di Giovanni che insieme al fratello Mario aveva creato la Lebole negli anni Cinquanta. È stato proprio Attilio, dopo la chiusura da parte di Marzotto dello stabilimento aretino, a ricomprare il marchio di famiglia da Valentino nel 2011. Ora il brand è ancora qui, a casa, e il futuro del marchio dall’intramontabile fascino, sulle etichette di abiti cuciti per VIP, dipende dal cammino dei prossimi anni. Uno stimolo in più a fare bene.
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