Arezzo
Il monumento in piazza del Popolo
Monumento in piazza del Popolo ad Arezzo abbandonato a se stesso. Erbacce, bestemmie e simboli delle Brigate Rosse deturpano l'opera dedicata ai caduti del Risorgimento. Degrado e incuria caratterizzano la stele simbolo della centralissima piazza, troppo spesso al centro di spiacevoli episodi di bivacco. L'assenza di manutenzione del monumento rappresenta un ostacolo al decoro e l'opera in marmo finisce per essere una brutta cartolina per i turisti che passeggiano in zona.
Tra gli aretini c'è chi oltre a segnalare la mancanza di manutenzione ne chiede anche il restauro interrogandosi su che fine ha fatto il progetto di trasferimento del monumento in piazza della Repubblica. A chi passeggia in piazza del Popolo non sono sfuggite le erbacce che stanno nascendo sul monumento. C'è anche chi continua a segnalare le scritte indecorose. Non si arrestano infatti gli atti vandalici ai danni del monumento. È imbrattato in ogni lato e crescono le scritte offensive di vario genere.
“Bestemmie, parolacce e non solo” si lamentano i concittadini che frequentano la zona diretti agli uffici postali, o in centro dopo aver parcheggiato in piazza Amintore Fanfani.
E ad osservare le scritte indecenti, non sfuggono neppure quelle che feriscono l'opinione pubblica. Non solo le bestemmie si leggono sul marmo ma sono ancora appesi anche i simboli delle Brigate Rosse tratteggiati con un pennarello di colore rosso.
Il monumento ai caduti del Risorgimento ha quindi bisogno di essere restaurato e ripulito dai segni dell'inciviltà. L'erba testimonia la mancanza di manutenzione ordinaria ma le scritte sono la richiesta di un intervento di natura straordinaria con il quale poter restituire dignità all'opera issata per onorare la memoria dei caduti. Un monumento per il quale negli anni passati l'amministrazione comunale aveva ipotizzato anche un trasferimento in una zona maggiormente visibile. In passato infatti era stato annunciato uno spostamento in piazza della Repubblica.
Era stato ipotizzato il restauro e la collocazione nella nuova sede, di fronte alla stazione ferroviaria al termine dei lavori di riqualificazione. Un intervento però mai effettuato, finito nel dimenticatoio.
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