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Arezzo

Ex Unoaerre, Fontemura, Konz e Planet: i "non luoghi" in attesa di futuro. Comprati, ma riqualificazione e rilancio ancora non ci sono

Cosa erano, quanto sono costati, di chi sono e una seconda vita che deve cominciare

Luca Serafini

18 Luglio 2025, 07:00

Area ex Unoaerre

Area ex Unoaerre di via Fiorentina

Nella geografia dei “non luoghi” di Arezzo spiccano quattro indirizzi dai nomi altisonanti: ex Gori e Zucchi/Unoaerre; ex Fontemura; ex Konz ed ex Planet. Quattro attività dismesse delle quali si attende il rilancio, passate da storie più o meno gloriose a tramonti più o meno fragorosi. Immobili messi in vendita e acquistati, ma ancora rimasti al palo in attesa di una nuova vita. Nella città che aspetta con ansia la riconversione della ex Lebole secondo i progetti visionari di mister Prada, Patrizio Bertelli, merita tenere d'occhio queste quattro caselle del Monòpoli aretino che sono in stand by. Servono progetti che azzerano il degrado, creano lavoro e sviluppo.

EX GORI E ZUCCHI / UNOAERRE

Era l'inizio del 2023 quando la vecchia UnoAerre, ex Gori e Zucchi, passò alla società Chewbecca di Firenze, gruppo Millennium. Acconto di 190 mila euro, quindi un milione e 710 mila euro per arrivare al milione e 900 mila del prezzo. Soldi incamerati dalla liquidazione della vecchia azienda orafa. All'epoca dell'acquisto si profilava una riconversione “green” con produzione di energia da fonti rinnovabili e recupero di parte dei fabbricati per attività produttive collegate, sempre nell'ottica di un parco energetico. Siamo in attesa di vedere concretizzati i progetti in quest'area dove si sviluppò la madre di tutte le ditte orafe e del distretto dei preziosi. Nel 2011 il trasferimento a San Zeno dell'azienda orafa salvata e rilanciata dalla famiglia Squarcialupi.

EX FONTEMURA

Sempre nel 2023 ha trovato padrone dopo numerose aste andate deserte la ex Fontemura, stabilimento delle acque adagiato sull'Alpe di Poti.

Anche qui dopo la bonifica iniziale, nulla: non c'è un vero piano. Ipotesi iniziali sempre sul versante del parco energetico oppure, altra idea, il parco avventura per bambini. Esclusa del tutto una ripresa dell'attività originaria, anti economica. Di certo c'è che il luogo sull'Alpe di Poti dove dal 1968 al 2002 si imbottigliava l'acqua oligominerale, finito in abbandono, teatro di rave party, ha trovato un proprietario. A prezzi di realizzo. Dagli oltre 2 milioni iniziali il prezzo era sceso fino ad una offerta minima di 50 mila euro. Asta vinta con oltre 100 mila. Soldi incamerati dal fallimento dell'azienda.

EX KONZ

Altro luogo rilevato sempre nel 2023 e per il quale si attende un'iniziativa è quello dove esisteva il cash and carry Konz, rimasto per anni terra di nessuno in via Setteponti 22 e assegnato all'asta. Proprietaria è la One Gold srl, solida azienda che produce accessori moda e bigiotteria nel settore del lusso. Posizione strategica, vicino alla multisala Al Magnifico e ai centri commerciali, immobile e piazzale sono stati bonificati ma la riconversione ancora non c'è. La nuova proprietà parlò di cautela e di step. Partito da 5 milioni, Konz è stato acquisito per 871.200 euro.

EX PLANET

Tommaso Colzi di Prato da inizio 2025 è il proprietario dell'ex hotel Planet di Rigutino aggiudicato all'asta per 1 milione e 15 mila euro. Colzi è un imprenditore immobiliare titolare della Texco, società con sede a Roma. Nell'asta venne superata l'offerta di una società riconducibile a Guglielmo Manzo, presidente dell'Arezzo che possiede l'ala della costruzione di Rigutino nel lato opposto. Circa 90 camere da rimettere sul mercato ricettivo in una stagione favorevole per i flussi turistici spalmati su tutte le stagioni, anche invernali (Città del Natale), verso Arezzo, dove eventi, convegnistica e tesori d'arte richiedono posti. Lungo la Sr 71 si attende la sistemazione dell'hotel.

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