Arezzo
La bandiera della Palestina issata da ignoti
La bandiera della Palestina garrisce per una manciata di ore sulla torre del Comune di Arezzo. Non autorizzata. Un blitz in piena regola con effetto flash mob. Una sfida. Poi l'amministrazione comunale, colta di sorpresa nel suo palazzo, interviene in modo deciso e la rimuove. Ed è caccia all'autore dell'iniziativa che ha superato le tre porte e salito le rampe di scale per raggiungere il punto pià alto. Lì, con cura, ha posizionato il vessillo dello stato palestinese. In bella evidenza ma solo per chi avesse alzato gli occhi al cielo.
Come il gruppo Arezzo per Gaza che da tempo si dà da fare sul fronte mediorientale con iniziative di vario genere e che ieri pomeriggio, quasi raccogliendo un assist confezionato ad hoc, ha diffuso un comunicato: “Abbiamo notato con grande soddisfazione e non senza un certo stupore che sulla torre del Palazzo Comunale di Arezzo è stata issata la bandiera della Palestina”, riporta la nota recapitata alle 15.38 alle redazioni. “Finalmente anche la nostra amministrazione pare aver preso atto dell'enormità di quanto sta accadendo e della necessità di dare un segnale. È infatti importante che tutti, a tutti i livelli, si adoperino per chiedere il cessate il fuoco e per fermare il genocidio” riporta ancora il testo.
“Un massacro che ha portato alla morte di decine di migliaia di civili tra cui tantissimi bambini e che sta strangolando, per fame e malattie, centinaia di migliaia di persone senza più casa”. Poi valutazioni fortemente critiche verso Israele, la condivisione dello stato in cui vivono i cittadini nella Striscia di Gaza con riferimento agli attacchi alla popolazione, bambini compresi. Arezzo per Gaza interpreta così l'apparizione della bandiera della Palestina sulla torre più alta della città come “il coronamento di un percorso, che ha visto centinaia e centinaia di aretini mobilitarsi in questi due anni e mezzo attraverso manifestazioni, incontri, presidi e iniziative di ogni genere, con l'obbiettivo che non si smetta mai di parlare di Palestina”.
Di altro tenore l'intervento diffuso dall'amministrazione alle 18.23: “Rimossa la bandiera palestinese che dalla tarda mattinata di oggi era stata issata nella torre comunale in maniera surrettizia ed impropria”. Secca smentita, quindi, al collettivo Arezzo per Gaza: non è stata una decisione del Comune. Con l'annuncio di voler fare “chiarezza in tutte le sedi”.
Si cerca l'autore dell'incursione partendo dal punto fermo che: “L'accesso alla torre comunale, senza motivarne la visita, è consentito solo al sindaco, al vicesindaco, agli assessori e ai consiglieri comunali”. Nessuno di loro dunque è stato. “Per altri casi di necessità di accesso - spiega l'amministrazione nel comunicato che non affronta le questioni del conflitto mediorientale - deve essere presentata richiesta e rilasciata autorizzazione”. Ci sono i registri sugli accessi di ieri e verranno controllati. “Il Comune procederà a ricostruire quanto accaduto verificando la sussistenza di eventuali profili di responsabilità personali che attengono a questa vicenda”.
Insomma, la convinzione è che non può essere stato un esterno, un turista, ad accedere al municipio e far sventolare la bandiera da lassù. Un addetto ai lavori o uno suo accompagnatore. La polizia non si sta occupando del caso, la municipale neanche, il Comune indaga.
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