Arezzo
La torre civica di Arezzo
La bandiera della Palestina issata da mano ancora ignota sulla torre civica ha fatto riaccendere i riflettori sulla storica struttura che sovrasta i tetti della città e oggetto di un sogno mai tradotto in realtà: rendere il luogo più elevato accessibile ai turisti. Un po' come accade altrove, ad esempio a Castiglion Fiorentino, dove la cima del Cassero è frequentata da visitatori, è location per riti nuziali e pure sede di concerti (Marky Ramone e Dj Ringo, 2021). Anche Pupo, in realtà, nel 2020 è salito sulla torre del Comune di Arezzo per cantare la sua Su di Noi. Episodio sporadico. I propositi degli amministratori locali di rendere fruibile la torre civica risalgono ai primi anni 2000. Centrodestra e centrosinistra ci hanno provato, ma i progetti si sono infranti su una serie di ostacoli.
Eppure, consentire a forestieri e aretini di apprezzare la città da lassù sarebbe una bella cosa, un'attrazione in più. “Purtroppo c'è una serie di ostacoli che rende ad oggi non praticabile per il pubblico la torre del palazzo comunale” spiega l'assessore Simone Chierici che in quanto presidente della Fondazione Intour e titolare della delega al turismo sarebbe il primo a voler aprire la torre al pubblico. “Intanto le rampe di scale, in particolare l'ultima, sono disagevoli, in ogni caso permane il problema della presenza di antenne e cavi, che in prospettiva sarà risolto, ma attualmente rende impraticabile la torre a meno di predisporre un pavimento ad hoc.” Questioni autorizzative, concessioni, burocrazia. “Infine esiste anche la questione dell'affaccio, la pericolosità del parapetto a quell'altezza, insomma tutta una serie di aspetti su agibilità e sicurezza che non è cosa banale risolvere”, completa Chierici.
Ma l'idea resta affascinante, un jolly da tirare fuori quando sarà possibile, per consentire (magari dietro ticket) la visione dall'alto della città in ogni periodo dell'anno, con l'effetto Natale, sotto Giostra, sempre. I colori di Arezzo apprezzati dalla vetta di Palazzo Cavallo.
Là dove oggi, come ha ricordato in questi giorni l'amministrazione, possono salire solo sindaco e assessori autonomamente, oppure i consiglieri comunali previa richiesta alla portineria. Il nome di chi di loro ha fatto sventolare per poche ore il vessillo palestinese, accanto a quelli di Italia, Europa, Ucraina e Arezzo, non è noto. Un blitz che non si sa neanche se costituisca reato o sia rubricabile come innocuo flash mob per porre l'attenzione sul genocidio in atto.
Tornando alla torre, era il 2023 quando in Comune furono predisposti atti per individuare una diversa allocazione per gli impianti della telefonia mobile. Evidentemente le procedure non sono rapide. Il valore storico e culturale della torre resta oscurato dagli impianti. Ammirare la città da un punto di vista straordinario rimane privilegio per pochi.
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