Maltrattamenti
L'uomo ripreso dalle telecamere della polizia
Nel video girato dalla polizia di nascosto in ospedale si vede l'uomo alzare le mani accanto al letto sul quale è distesa, immobile, la paziente: sua mamma. Schiaffi, percosse, capelli tirati, brutte parole. Immagini e audio raccapriccianti, ora alla base delle pesanti accuse che hanno spedito in carcere un libero professionista di 37 anni, F.G., incensurato, residente a Monte San Savino.
Arrestato lo scorso 14 agosto al nosocomio della Fratta di Cortona, dopo “reiterati episodi”, l'indagato rimane in carcere: lo ha deciso il gip di Arezzo Claudio Lara che nella sua ordinanza emessa ieri parla di “rilevante pericolosità sociale” di un soggetto che “ha dimostrato di non avere senso di umanità e capacità di autocontrollo”.
Le telecamere nascoste dagli inquirenti nella camera dell'ospedale Santa Margherita ritraggono l'uomo mentre colpisce la mamma, 65 anni, affetta da varie patologie invalidanti che la rendono non autosufficiente, fortemente debilitata e fragile. Capelli tirati per farla mangiare, improperi, modi spicciativi anzi di più, il telefonino sbattutole in testa più volte fin quando non riconosce l'ora esatta.
Questo e altro nella narrazione della procura, a formare un quadro indiziario ritenuto grave e attendibile, arricchito da quanto riferiscono le infermieri sentite dalla Squadra mobile diretta dal dottor Davide Comito.
Sulla tristissima storia aleggia il sospetto di una situazione degenerata anche nei periodi di non degenza, tra le mura di casa, con il sospetto di colpi di mestolo al capo della donna e lividi.
Tutto dovrà essere dimostrato. L'uomo è difeso dall'avvocato Giuseppe Renzetti ed ha fornito la sua versione nell'interrogatorio di garanzia. Si è mostrato scosso, molto provato. Figlio unico, in difficoltà anche per indole a fronteggiare lo stato della madre malata. La sua posizione andrà valutata attentamente senza affrettati giudizi sommari. Il legale del 37enne si riserva ogni attività difensiva anche con accertamenti medici mirati. La difesa aveva chiesto i domiciliari, tenendo a debita distanza madre e figlio, ma l'istanza è stata respinta.
Maltrattamenti aggravati dalla minorata difesa della donna: questo il reato ipotizzato. Ma c'è anche la resistenza a pubblico ufficiale per il tentativo di fuga dall'ospedale del 37enne, dopo il blitz dei poliziotti, che lo hanno bloccato e ammanettato.
Suscitano impressione alcune frasi raccolte dagli inquirenti con le intercettazioni ambientali, che vanno comunque contestualizzate ed esaminate, tipo: "Muoviti, non ti aiuto nemmeno morto", "E' bene che ogni tanto patisca la fame", "perché mi fai inc... così? lo fai apposta?", "che hai da mugolare? hai già fatto due c...", "quando fai così ti ci vorrebbe... " e altre espressioni al vaglio, tra esasperazione e condotte penalmente rilevanti da valutare.
L'indagine esplosa a Ferragosto sulle aggressioni fisiche e verbali alla degente dell'ospedale di Cortona, è scattata dietro un esposto dei responsabili della Clinica di riabilitazione Toscana di Montevarchi dove la donna con decedimento cognitivo e gravi problematiche era stata ricoverata nei mesi scorsi. Gli inquirenti della questura hanno così iniziato a indagare sulla storia clinica e sul rapporto madre figlio. Già a gennaio al pronto soccorso del San Donato per lesioni sospette era scattato il codice rosa, con nulla di fatto, poi il passaggio alla clinica San Giuseppino, all'istituto di Agazzi.
Il 4 agosto il ricovero alla Fratta. Nuove segnalazioni di comportamenti strani dell'uomo. E il dipanarsi dell'indagine che alla fine, raccolti dai video, ha fatto emergere atti ritenuti “vessatori e irrispettosi”. Come quando la testa della madre viene tirata con violenza all'indietro dal figlio per farle mangiare lo yogurt, schiaffi sulle guance, botte, bestemmie, umiliazioni, scossoni, toni minacciosi. In un contesto, scrive il giudice, di “assoluta insensibilità per la sofferenza altrui”. Tanto che un'infermiera un giorno ha raccolto lo sfogo della donna, con un filo di voce: “Preferirei morire ora su questo letto con 40 di febbre piuttosto che tornare a casa domani”.
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