Pieve Santo Stefano
Rita Baroud
Venerdì 19 settembre, alle 11.30, in Piazza Plinio Pellegrini, a Pieve Santo Stefano, l’Archivio dei diari conferirà a Rita Baroud il Premio Tutino Giornalista 2025 «per esprimere gratitudine, per il suo contributo alla verità». Il riconoscimento, istituito per commemorare la figura del fondatore Saverio Tutino e offrire uno spazio di celebrazione ai nuovi protagonisti del giornalismo che onorano la professione con capacità, coraggio e dedizione, sarà consegnato da Gloria Argelés al termine di un incontro pubblico con la psichiatra palestinese Samah Jabr e i giornalisti Marianna Bruschi, Giulia Ciancaglini e Fabio Tonacci. La traduzione sarà curata da Paule Roberta Yao.
Ventuno anni, studentessa di lingue, Baroud ha raccontato la guerra in Palestina con un diario dal campo profughi nella Striscia di Gaza, dove è nata e cresciuta. Evacuata nelle fasi più drammatiche del conflitto, oggi prosegue dall’esilio europeo la sua battaglia pacifica di testimonianza.
Nella motivazione, l’Archivio dei diari richiama un’intervista rilasciata da Baroud nel febbraio 2025 al Coordinamento nazionale comunità accoglienti, in cui la giovane giornalista spiega la genesi del suo impegno come una necessità: «Dopo il terzo giorno di guerra, mi hanno chiesto dei video da La Repubblica, ma non ero in grado per la situazione che stavo vivendo, non riuscivo a pensare a niente, non ero pronta a parlare di Gaza. Ho avuto bisogno di tempo, anche perché sono stata costretta a spostarmi tante volte. Poi, quando Sami al-Ajrami è uscito da Gaza, ho sentito che avevo il dovere di parlare di Gaza, di non interrompere il racconto in diretta. Scrivere mi ha aiutato a esprimere i miei sentimenti, sono contenta di farlo. È importante per me parlare di Gaza, non è un lavoro, ma un dovere di dire la verità».
«Non potremmo immaginare una vocazione più alta per iniziare a scrivere un diario e pubblicare un articolo di giornale», si legge nella nota. L’appuntamento è dunque per venerdì 19 settembre, in Piazza Plinio Pellegrini, per celebrare un giornalismo che mette al centro testimonianza, responsabilità e verità.
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