Manicure
Centri estetici alle prese con il cambio prodotti
“È un danno molto grosso, devo dire la verità, perché non solo dovremo ricomprare i prodotti, ma dovremo smaltire con delle aziende specializzate i rifiuti, perché non sono prodotti che possiamo gettare nell'immondizia”. A parlare è Simona Giusti, presidente Estetiste di Cna Arezzo.
La stangata sull’attività dei saloni di estetica e nail, in particolare per coloro che si occupano di manicure e pedicure e che applicano gel e smalto semipermanente, è alle porte.
Dal 1° settembre scatterà un importante cambiamento per questi trattamenti, molto richiesti: a causa dell’entrata in vigore di un regolamento dell’Unione europea saranno messi al bando due composti chimici comunemente impiegati in procedure come l’applicazione di gel e smalti semi permanenti, che prevedono l’utilizzo sotto luce UV per farli indurire.
Si tratta del TPO (Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine Oxide) che è “un fotoiniziatore essenziale per la polimerizzazione degli smalti in gel sotto luce Uv” e Dimethyltolylamine (N,N-dimetil-4-metilanilina), “un condizionante che migliora l’adesione dei prodotti come primer e gel”.
Dal primo settembre dunque scatta il divieto, poiché entrambe le sostanze sono adesso classificate come “tossiche”, sarebbero cancerogene e comprometterebbero la fertilità e i centri estetici che li hanno al loro interno dovranno disfarsene.
“Per quanto ci riguarda la viviamo come una forma di ingiustizia - afferma Pierluigi Marzocchi della Federazione Benessere di Confartigianato Imprese Arezzo - tutto questo è venuto fuori il 17 giugno 2025, quando in realtà poteva essere comunicato prima. Dovremo buttare una marea di prodotti e siamo nel clou della stagione. Abbiamo acquistato tutte le scorte a maggio.”
Inoltre gli smalti in questione sono considerati rifiuti speciali e come tali andranno smaltiti.
“Dovremo effettuare uno smaltimento ben preciso - prosegue Marzocchi - che chiaramente ha un costo anche quello, di conseguenza oltre al danno anche la beffa”.
“Sarebbe auspicabile che i fornitori e i produttori potessero farsi carico dello smaltimento - afferma Manuela Boncompagni coordinatrice della Federazione Benessere di Confartigianato Imprese Arezzo - quindi ritirare queste sostanze. In certi casi è avvenuto, però fa parte di una questione contrattuale tra l’estetista e il suo stesso fornitore, quindi se ciò non avviene le estetiste si dovranno fare carico economicamente dello smaltimento”.
E poi si pensa al mondo del sommerso, molto diffuso in questo settore.
“Questa è una bella mazzata che penalizzerà chi lavora in regola - prosegue Simona Giusti - perché coloro che non lavorano in regola, le abusive, nessuno andrà a controllarle. Perciò potranno lavorare indisturbatamente con tutti i prodotti che vorranno mentre da noi sono previsti dei controlli. Ancora non sappiamo se a tappeto o a campione, comunque dei controlli sono previsti”. La sicurezza dei clienti, comunque, non si discute. “Tutti i centri estetici - conclude Marzocchi - si stanno già organizzando o si sono già organizzate per tempo per avere prodotti “TPO free” utilizzando altri fotoindurenti che avranno altre metodiche, altre risultanze sicuramente sempre positive e sempre di alto livello”.
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