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Incidente stradale

Attesa per il funerale di Fabio morto con la moto a 42 anni. Il ricordo commosso del fratello

Luca Serafini

03 Settembre 2025, 06:43

Fabio Mazzi

Fabio Mazzi, aveva 42 anni

“Fabio era il mio idolo, cinque anni più grande di me. Io gli dicevo che era un cavallo da domare, vivace ma buono. L'ultima volta che ci siamo visti mi ha detto: hai creato una bella famiglia. Ci volevamo bene. Non riesco a capire cosa sia successo”. Leandro Mazzi ricorda, in lacrime, il fratello Fabio, scomparso a soli 42 anni dopo l'incidente con la moto, domenica 31 agosto, sul ponte di Pratantico ad Arezzo.

C'è attesa per il rientro della salma dalle Scotte di Siena, dove è spirato per le lesioni irreparabili, e dove oggi è in programma l'esame esterno.

Fabio Mazzi, originario di Capolona, era residente ad Arezzo in via Mazzini con la compagna Nicoletta. Stavano insieme da sette anni. Lui lavorava nell'edilizia. La moto la grande passione.

Non si capisce come la Ktm 1.200 sia sfuggita al suo controllo mentre procedeva in direzione di Arezzo. L'auto che procedeva in senso contrario pare sia solo marginalmente coinvolta nella dinamica: il conducente si è visto venire addosso la moto. Fatale la caduta, con la Ktm che ha urtato il marciapiede ed è volata via.

La polizia municipale ha depositato al pm Laura Taddei la relazione con la dinamica dell'incidente. Una volta eseguito l'accertamento di medicina legale, potrà essere concesso il nulla osta per la restituzione della salma ai familiari.

Per le esequie non c'è ancora nulla di deciso, ma si pensa di poter allestire la camera ardente alla Misericordia di Subbiano. Il funerale potrebbe avere luogo nel basso Casentino, dove i genitori Marino e Maria Grazia sono molto conosciuti. Ma tutto è ancora da definire.

Tre figli per la famiglia Mazzi intorno alla quale si stringe la comunità: Fabiana la maggiore, poi Fabio, quindi Leandro il più piccolo.

Il sindaco di Capolona, Mario Francesconi subito dopo la notizia dell'epilogo tragico dell'incidente, ha formulato le condoglianze e la vicinanza ai familiari, sia in forma istituzionale che personale. Qui ci si conosce tutti.

Fabio era un giovanotto propositivo, intraprendente, brillante. Da ragazzo, giovanissimo e promettente calciatore, poi il lavoro, l'iniziativa che lo spinse a fare il provino per il film di Leonardo Pieraccioni. Quelle immagini, con la racchetta per le zanzare in mano, che sono rispuntate sul web e sui social, che suscitano un sorriso di nostalgia.

Solare, sorridente, buono”, Fabio lo ricordano tutti così.

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