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Saracino edizione 148

L'ultima Giostra da sindaco per Ghinelli: "Emozione speciale. E' l'anima di Arezzo". Le innovazioni, i ricordi e su cosa puntare

Alessandro Bindi

07 Settembre 2025, 07:27

Ghinelli e don Alvaro

Ghinelli e don Alvaro

La Giostra del Saracino, manifestazione che unisce spettacolo e tradizione. Un evento identitario capace di accrescere l'aretinità e di risvegliare puntualmente la passione che i cittadini hanno per il proprio quartiere.

- Cosa rappresenta la Giostra del Saracino per il primo cittadino?

La Giostra è molto più di una rievocazione storica: è l'anima della nostra città. Per un sindaco, seguirla significa percepire in maniera tangibile il legame profondo tra gli aretini e la loro storia. È il momento in cui Arezzo si riconosce, si compatta, si emoziona insieme. Ogni edizione porta con sé un senso di appartenenza che va ben oltre la manifestazione stessa, perché la Giostra rappresenta la nostra identità collettiva.

- Qual è stato, durante il suo mandato, l'episodio legato alla Giostra che ricorda piacevolmente?

Ce ne sono tanti, ma se devo sceglierne uno penso alla prima Giostra che ho vissuto da sindaco nel 2015. Ricordo l'emozione di entrare in piazza con la consapevolezza che non ero lì solo come spettatore, ma come primo cittadino che rappresentava tutta Arezzo. È stato un momento di grande orgoglio e responsabilità. E poi l'edizione straordinaria del 2016 dedicata al Giubileo della Misericordia con il ricordo della giornata speciale vissuta in Vaticano insieme a Papa Francesco. Ma poi, ogni vittoria di un quartiere, ogni lancia spezzata, ogni sfida sul campo ha lasciato ricordi indelebili, ma quei due episodi restano speciali.

- Come ha vissuto lo stop per la pandemia?

È stato uno dei momenti più difficili. La Giostra non è solo un evento, è attesa, preparazione, passione. Non poterla celebrare significava privare la città di una parte vitale della sua identità. Ho sofferto nel vedere la piazza vuota nei giorni in cui Arezzo avrebbe dovuto vibrare di entusiasmo. Allo stesso tempo, è stato un atto di responsabilità: la sicurezza e la salute dei cittadini dovevano venire prima di tutto. Quando siamo tornati in piazza, è stato come riscoprire la forza e la resilienza della nostra comunità.

- Durante questi anni sono state molte le novità che ha introdotto. Come si è evoluta la Giostra durante i due mandati amministrativi della giunta Ghinelli?

Abbiamo lavorato per valorizzarla sempre di più, non solo come evento spettacolare, ma come patrimonio culturale riconosciuto a livello nazionale. Abbiamo investito nella comunicazione, nella promozione turistica, nella cura dei dettagli organizzativi. La lancia d'oro è diventata sempre più un'opera unica, frutto di artisti di rilievo. E grazie ai Quartieri e alla passione dei loro popoli si è rafforzato il rapporto con la città, in particolare con i giovani e con le associazioni del territorio, perché la Giostra deve continuare a vivere con lo stesso spirito con cui è arrivata a noi.

- La lancia d'oro, sempre più un'opera d'arte destinata ad arricchire il patrimonio artistico nelle rastrelliere dei quartieri.

E' uno degli elementi che testimoniano la bellezza della Giostra, un premio che non è soltanto simbolo di vittoria, ma anche opera d'arte che arricchisce il patrimonio cittadino. È un ponte tra tradizione e contemporaneità, perché ogni artista porta la sua sensibilità, rendendo ogni edizione unica. Un aspetto importante, cha contribuito a rafforzare il valore culturale della manifestazione.

- Quanto sono importanti i quartieri per la socialità dei concittadini?

I quartieri sono il cuore pulsante della Giostra, ma anche della vita sociale di Arezzo. Sono luoghi di incontro, di amicizia, di solidarietà. I giovani crescono respirando l'amore per i colori del proprio quartiere, imparano a collaborare, a sostenersi, a portare avanti valori comuni. In questo senso, i quartieri hanno un ruolo educativo e sociale insostituibile: tengono viva la comunità, giorno dopo giorno, ben oltre i giorni della manifestazione.

- Qual è l'impatto economico e turistico della Giostra del Saracino sulla città?

La Giostra è una straordinaria opportunità per Arezzo. Porta in città migliaia di visitatori, genera indotto economico per le attività commerciali, per la ristorazione, per l'accoglienza turistica. È un volano che rafforza l'immagine di Arezzo anche all'esterno, facendo conoscere le nostre eccellenze artistiche e culturali. In questi anni abbiamo lavorato perché la Giostra fosse sempre più riconosciuta come attrattiva turistica di livello nazionale e internazionale, e i risultati si vedono.

- Qual è l'aspetto che la Giostra dovrà curare nei prossimi anni? Ci sono nuovi progetti futuri?

La Giostra dovrà continuare a innovarsi senza mai tradire la tradizione, rafforzare la sua visibilità fuori dai confini aretini, crescere nella promozione turistica, coinvolgere sempre di più i giovani. Credo che il futuro passi dalla capacità di coniugare autenticità e modernità: custodire le regole e i riti che la rendono unica, ma allo stesso tempo saperla raccontare con linguaggi nuovi, anche digitali. Il progetto più importante resta quello di trasmettere alle nuove generazioni non solo la passione per la Giostra, ma soprattutto i valori che essa incarna: identità, comunità, appartenenza.

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