La chiesa monumentale
Bertelli, don Alvaro e Giuli
“Bellissima, restaurata, sicura. La facciata della Pieve di Santa Maria sarà presto di nuovo visibile, durante la Città del Natale: i lavori stanno procedendo spediti, ci siamo quasi”.
Lo annuncia don Alvaro, che è il parroco della monumentale chiesa simbolo del romanico, il sacerdote che per gli aretini è anche molto di più.
L'intervento sulla straordinaria facciata della Pieve in cima a Corso Italia ad Arezzo si era reso necessario, d'urgenza, dopo il crollo di una colonna del secondo loggiato (12 giugno 2023) e fondamentale è stata la donazione generosa di Patrizio Bertelli. Un milione offerto da mister Prada per la chiesa di quando era piccolo, della sua famiglia, nonché simbolo della città che un po' soffre per non poter mostrare in tutto il suo splendore questo gioiello architettonico.
Ma mentre il cantiere procede nello sprint finale, don Alvaro Bardelli aggiunge una nota imprevista: “Purtroppo è emersa la necessità di intervenire anche sul campanile che ha mostrato segni preoccupanti, sempre legati al deterioramento della pietra”. La torre campanaria detta delle 100 buche, conclusa nel 1300. Vedremo quale “santo” provvederà per fornire le opportune basi economiche al nuovo restauro. Visto che alla Pieve c'è tutta una linea di lavori a carico dello Stato che di fatto devono ancora cominciare. Si tratta dell'intervento antisismico sulla struttura, di cui si parla dal 2016. A questo proposito la notizia che il prossimo 3 ottobre il ministro della cultura Alessandro Giuli sarà in visita ad Arezzo - si parla di più di un'intera giornata - suscita attesa e speranza. Per il ministro del governo Meloni potrebbe essere l'occasione, oltre che per una serie di sopralluoghi, per annunciare lo sblocco di una situazione - i lavori antisismici - che è ferma da troppo tempo.
L'arrivo del titolare della cultura ad Arezzo per una visita che si preannuncia densa e di spessore, viene a sottolineare la forte crescita che la città ha avuto negli ultimi anni sotto il profilo della valorizzazione dei suoi tesori d'arte, dei suoi illustri figli come Guido Monaco e Vasari, delle manifestazioni come la Giostra del Saracino o la Fiera Antiquaria, delle tradizioni secolari come la manifattura orafa, della creatività espressa in modo multiforme. Un'impennata di presenze turistiche, negli ultimi anni, anche grazie ad eventi come la Città del Natale, con Arezzo inserito sempre di più nei tour.
Tornando alla Pieve, era primavera quando scattò il restauro della facciata, la cui immagine è stabilmente presente nei libri di Storia dell'Arte. Già il 3 marzo si prospettava la conclusione dell'opera entro il 2025. Restauro e consolidamento della copertura in pietra della facciata messa a dura prova dai fenomeni meteorologici. In questi mesi la Pieve è rimasta sempre accessibile ai visitatori e ai fedeli per le celebrazioni.
Il contributo del presidente del Gruppo Prada, Patrizio Bertelli, a titolo personale, è stato decisivo. Altri cittadini hanno fatto donazioni. Mecenati che dimostrano il loro amore verso la città.
Dopo il crollo del giugno di due anni fa, vennero studiate una ad una le colonne (12 nel primo loggiato, 24 nel secondo e 32 nel terzo), in modo da predisporre la cura più appropriata, con materiale lapideo identico o comunque assai somigliante all'originale L'altro restauro in attesa di scattare, quello a cura del Ministero della Cultura, si aggira su 1,1 milioni di euro. Oggetto: la vulnerabilità dell'edificio e la riduzione del rischio sismico su elementi interni alla chiesa come le capriate, il tamburo e la volta. Quando si interviene su un edificio come la Pieve, si compie un gesto per un patrimonio dell'umanità.
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