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Il caso

Botte alle figlie che non studiano e stanno in chat: genitori a processo per abuso di mezzi di correzione

Insegnanti scoprono a scuola i segni delle percosse sulle minori. Usata anche la cintura? C'è un retroscena

Luca Serafini

24 Settembre 2025, 06:58

Genitori troppo severi

Processo a due genitori severi

Le figlie chattavano con il cellulare e non studiavano. Così si sono buscate rimproveri vigorosi e scapaccioni. Probabilmente qualcosa di più. Tanto che dalle ecchimosi sulle braccia e in altre parti del corpo notate a scuola dagli insegnanti delle due sorelline, è scattata un'indagine e un procedimento penale che ora vede i genitori a processo.

Il reato contestato dalla procura di Arezzo a babbo e mamma è l'abuso dei mezzi di correzione, previsto dall'articolo 571 del Codice Penale, che punisce con la reclusione fino a 6 mesi “chi usa in modo eccessivo o improprio strumenti correttivi e disciplinari nei confronti di persone a lui affidate per ragioni educative o di cura, procurandogli un danno psicofisico”.

I fatti (un paio di episodi) sono del 2023, in Casentino. La famiglia è originaria dei Balcani. Lavoratori. Le ragazzine frequentavano una le medie e l'altra le elementari. Ieri in tribunale ad Arezzo davanti al giudice Antonio Dami e con pm il dottor Luigi Niccacci, sono stati sentiti i docenti. Il 19 dicembre parleranno i genitori, difesi dall'avvocato Lucio Zanelli e dall'avvocato Ilaria Giorni. Hanno una loro versione.

Motivo di tanta arrabbiatura pare fosse il fatto che avevano scoperto una chat sulla quale viaggiavano dei messaggi preoccupanti tra le figlie e degli adulti, nel loro Paese d'origine dove ogni estate tornavano.

Questi connazionali esortavano le fanciulle a tornare in patria, a lasciar perdere lo studio in Italia, che al loro futuro ci avrebbero pensato loro, sposandole.

Pare che il rendimento scolastico delle sorelle non fosse effettivamente buono e così in ambito familiare da parte dei genitori non si trovò di meglio che andare sopra le righe con i metodi di convincimento. Fino alle botte. Si parla perfino dell'utilizzo della cintura dei pantaloni per essere ancora più persuasivi, in particolare con la più recalcitrante, la maggiore.

Il reato contestato alla coppia - ancora da dimostrare - si configura quando il mezzo correttivo è oltre che sproporzionato, lesivo. Per la giurisprudenza le percosse inflitte dai genitori ai figli, anche se sporadiche o con intenti educativi, configurano il reato di abuso dei mezzi di correzione e non sono considerate lecite per il ruolo genitoriale. La situazione si sarebbe poi stemperata e ridimensionata: il procedimento al tribunale dei minorenni scattato dopo le indagini delle forze dell'ordine, non ha dato luogo a misure di tutela per le ragazzine tipo inserimenti in casa famiglia o altre strutture sociali, fuori dalla portata dei genitori.

Loro stesse avrebbero convenuto sul fatto di avere sbagliato. Resta ora da vedere se per il giudice ordinario anche i genitori meritano una punizione.

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