L'incidente
L'incidente la vittima, Di Rocco
Testimoni oculari della tragedia non sono emersi, ma se qualcuno avesse assistito all’incidente ma finora non si è fatto avanti, può farlo perché potrebbe dare un contributo di verità al lavoro che la Procura di Arezzo ha affidato all’ingegnere Emanuele Genovesi, di Perugia, incaricato di eseguire la consulenza tecnica sulla morte di Emanuele Di Rocco.
Era venerdì 12 settembre in via Anconetana civico 253, lì dove la strada inizia a salire per lo Scopetone, quando lo scooterone del ristoratore di 50 anni proveniente dalla città venne in collisione con la Mitsubishi ASX condotta da una donna aretina, classe 1966.
Una curva che per Di Rocco è diventata teatro dello schianto fatale.
C’è sempre una coda di accertamenti tecnici irripetibili in queste vicende luttuose, per fare piena luce, per stabilire velocità dei veicoli, posizioni sulla carreggiata, traiettorie, cause e concause: eventuali violazioni al codice della strada su cui impostare o no un processo.
La stessa necessaria trafila anche nel caso più recente di questa catena infinita di sciagure stradali, che tanta commozione ha suscitato in città, con il Duomo pieno in occasione del funerale di Emanuele.
Quel pomeriggio il ristoratore andava verso casa. A seguirlo, in auto, la moglie che si trovò davanti la scena straziante e devastante dell’incidente, con i rapidi soccorsi: ambulanza, elicottero.
Gravità evidentissima subito, morte sopraggiunta a Careggi nella notte successiva a spegnere ogni speranza.
Il sostituto procuratore Julia Maggiore ha concesso al perito 60 giorni di tempo, a partire dal 1 ottobre, per svolgere gli accertamenti peritali che definiranno il fascicolo aperto, doverosamente, intorno all’ipotesi di reato dell’omicidio stradale.
La base della ricostruzione è costituita dai rilievi eseguiti dalla Polizia Municipale di Arezzo sul posto, la curva dopo il rettilineo: segni, misurazioni, informazioni, immagini sul punto di impatto e altro. Informazioni da sviluppare e completare con la sequenza il più possibile vicina a come andarono le cose. Perché quell’impatto tra due veicoli che dovevano scorrere ognuno sulla propria corsia della carreggiata.
Compito del CT del PM (consulente tecnico del pubblico ministero) è appunto quello di restituire al magistrato tutti gli elementi per pervenire a una valutazione ponderata e oggettiva. I mezzi incidentati sono sotto sequestro per approfondimenti.
La persona indagata è difesa dagli avvocati Gabriele Parigi e Luca Bufalini, la famiglia Di Rocco è assistita dall’avvocato Corrado Brilli e ha nominato un proprio consulente di parte, l’ingegnere Lorenzo Blasi. La difesa dell’indagata si è riservata la nomina entro il 1 ottobre.
Intanto tra i familiari e i tanti conoscenti di Di Rocco, nonostante il trascorrere dei giorni, è difficile accettare il fatto che lui non c’è più. Da quel maledetto giorno in viale Michelangelo non è ancora stata rialzata la saracinesca del Passaparola, che Emanuele gestiva con dedizione, passione e amore per il proprio lavoro.
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