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La sentenza

Morte di Helenia, l'automobilista affetto da Osas ha ancora la patente di guida. Ecco perché e come si cura

Un unico colpo di sonno causato dalla sindrome è costato la vita alla 29enne. L'avvocato dell'uomo spiega

Luca Serafini

24 Settembre 2025, 08:40

Helenia Rapini

Helenia Rapini e l'incidente

a discutere la conferma in appello dell'assoluzione di M.C., l'automobilista oggi 52enne che alla guida della sua auto si addormentò e centrò la macchina sulla quale viaggiava Helenia Rapini, 29 anni, morta sul colpo. Era il 16 novembre 2019 a Ristradella, nei pressi di Arezzo. La famiglia Rapini, con l'avvocato Francesco Valli, ha espresso delusione e sollevato rilievi sull'epilogo del processo con possibile coda in Cassazione, incentrato sul riconoscimento dell'Osas, sindrome ostruttiva delle vie aeree quale causa del colpo di sonno che rese l'uomo al volante incapace di intendere e di volere. Poniamo oggi alcuni quesiti all'avvocato David Scarabicchi, che con Giulia Brogi, difende il 52enne.

- Come sta e che vita fa l'automobilista che solo dopo l'incidente scoprì quella patologia?

Tutte le sere prima di coricarsi deve applicarsi il macchinario, una specie di maschera, che gli permette di non avere apnee notturne. La terapia con ossigeno per sopperire alla mancanza di respiro naturale, funziona. Il dispositivo è collegato con la centrale Asl.

- Ha avuto altri episodi oltre quello del novembre 2019?

Non è più successo grazie proprio alle cure.

- La diagnosi successiva all'incidente ha destato sospetti.

E' falso dire che l'Osas è stata diagnostica 10 mesi dopo. Emerse nel periodo di degenza di M.C., seriamente ferito nell'incidente. Prima non sapeva di soffrirne. L'Osas si è manifestata in quella tragica circostanza. Dieci mesi dopo c'è stato, invece, il riconoscimento dell'invalidità al 34% da parte della commissione sanitaria dell'Inps.

- Il suo assistito lavora?

Lavora, è un tecnico. E' sposato, ha figli.

- Ed ha anche la patente di guida. Come è possibile?

In caso di condanna per omicidio colposo, la patente può essere revocata o sospesa per un determinato periodo. Non è questo il caso in quanto il nostro assistito è stato assolto nei due gradi di giudizio. Ha superato la visita davanti alla commissione ed è stato riconosciuto idoneo per il documento di guida.

- Ha mai tentato un approccio o portato vicinanza ai familiari di Helenia?

E' rimasto subito molto scosso da quanto successo, come tutti noi, ed è fortemente dispiaciuto. Un evento imprevisto e imprevedibile ha determinato quella tragedia. Ha provato ad avvicinarsi ai familiari, anche nel processo di appello, perché venissero ascoltate le sue ragioni e accettate le scuse. Ma la risposta non è stata di apertura. A proposito dei familiari vorrei precisare un aspetto.

- Quale?

La famiglia è stata completamente risarcita dall'assicurazione. Ha accettato. E in questi casi la parte offesa non può costituirsi parte civile nel processo penale e partecipare attivamente, con i propri consulenti, alle varie fasi processuali essendo già stata risarcita.

- La perizia finale ha tolto davvero ogni dubbio?

Questa perizia doveva dire esclusivamente se il farmaco le cui tracce erano nel sangue dell'automobilista, un ansiolitico, il dolerazepam, poteva essere la causa o una concausa del colpo di sonno. E' stato risposto di no. Non era in discussione la diagnosi di Osas della quale M.C. soffre, e la perizia del processo di primo grado svolta dall'esperto Pierguido Ciabatti, su cui si basa la sentenza del giudice di Arezzo, Giulia Soldini. Se poi il procuratore avesse avuto dubbi sulla preparazione dei periti incaricati, poteva nominare un suo consulente, ma non ha ritenuto opportuno farlo.

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