L'iniziativa
Quando fu issata la bandiera della Palestina sul Comune
La rete “Arezzo per la Palestina” aderisce alla giornata nazionale di sciopero e mobilitazione di venerdì 3 ottobre. L’appuntamento cittadino è fissato in piazza Zucchi alle ore 9. Gli organizzatori annunciano inoltre la partecipazione alla manifestazione nazionale di sabato 4 ottobre a Roma.
Nel comunicato, i promotori definiscono l’iniziativa “una risposta alla prepotenza di un sistema che non si fa scrupoli a praticare un genocidio” e inquadrano la mobilitazione nel sostegno alla causa palestinese. “La lotta dei palestinesi per il riconoscimento all’esistenza e all’autodeterminazione è esempio universale di resistenza all’oppressione”, affermano.
Secondo “Arezzo per la Palestina”, la crisi di Gaza va letta dentro “un sistema politico, economico, finanziario, militare, industriale occidentale che trae profitto da guerre e genocidio”. Nel testo si sostiene che “il blocco occidentale a guida americana, organizzato in Impero e che agisce attraverso Nato e Unione europea, si alimenta di economie nazionali piegate alla logica del riarmo e della guerra permanente”. La “folle sfida alla Russia” viene indicata come “un esempio devastante di questa strategia imperialista”.
Guardando al Medio Oriente, i promotori definiscono Israele “avamposto coloniale per il controllo di quell’area” e aggiungono: “Israele gode di protezione, complicità, sostentamento economico e militare dal blocco occidentale per questo scopo. Il popolo palestinese è la vittima più diretta di questo sistema, ma è anche esempio e bussola morale per ogni lotta di resistenza”.
La giornata di sciopero viene presentata come strumento per incidere sulle filiere produttive: “Lo sciopero non è solo un’azione simbolica, ma è strumento essenziale per interrompere la filiera di produzione e approvvigionamento di armamenti e materiale bellico che, lo sappiamo bene, si costruisce anche in Italia e transita anche dall’Italia”.
Nel comunicato si richiamano iniziative del mondo del lavoro: “Gli operai portuali hanno bloccato i porti, gli operai della logistica hanno ostacolato i trasporti. Non un chiodo deve più arrivare in Israele”.
I promotori collegano inoltre la mobilitazione alle proteste sorte attorno alla missione della Global Sumud Flotilla: “La Global Sumud Flotilla, con la sua missione, ha creato un innesco alle proteste di piazza di queste ultime settimane. L’attacco alla Sumud Flotilla dimostra che non esiste diritto internazionale. L’Impero impone con violenza le proprie regole”.
Sul piano politico, la rete chiede uno stop alle relazioni con Tel Aviv: “L’Italia, finora complice del genocidio, deve immediatamente interrompere ogni relazione istituzionale, diplomatica, economica e accademica con lo Stato d’Israele”.
La chiusura è un appello alla partecipazione: “C’è un popolo che non si arrende alla legge del più forte. C’è un popolo che si organizza e si ribella. Venerdì 3 ottobre dimostreremo, ancora una volta, che Arezzo sa da quale parte stare, con la Palestina che resiste fino alla liberazione”.
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